Detti album appartenevano ad un ufficiale alpino e documentano la sua carriera militare svoltasi durante la prima e seconda guerra mondiale.
Durante la lavorazione, ancora in corso, in una pagina di detti album ci siamo imbattuti in un bel ritratto di un Sottotenente cui il nome non risultava trascritto in nessuna didascalia rimanendo quindi anonimo. L'unico dato disponibile era il reggimento, il 3°, desunto ingrandendo a monitor il fregio del cappello.
Ad una prima analisi della fotografia era chiaro che la stessa non avrebbe dato risultati accettabili procedendo con una normale scansione. La fotografia presentava infatti il tipico effetto di "argentatura" causato dalla risalita degli alogenuri d'argento verso la superficie della stampa. Tale difetto, causato dalla conservazione in ambienti umidi, rende praticamente impossibile una corretta lettura delle zone scure utilizzando tecniche di riproduzione tradizionali a causa dei riflessi provocati dalle fonti d'illuminazione. Qui sotto il risultato ottenuto in scansione.
Come ben si evince da questa immagine tale "argentatura" rende impossibile qualsiasi tentativo di riproduzione tradizionale sia esso uno scanner o una fotocamera digitale. Si è optato quindi per una riproduzione fotografica con fotocamera digitale ad alta definizione ma utilizzando tecniche particolari d'illuminazione messe a punto grazie all'esperienza acquisita nel corso degli anni. L'immagine sottostante, effettuata come sopra descritto, mostra la totale scomparsa di qualsiasi riflesso con conseguente ottima leggibilità dei dettagli in qualsiasi zona della fotografia.
Successivamente si è passati alla rimozione dei segni, graffi, mancanze e puntini su tutta la superficie e a ristabilire corretti valori di luminosità e contrasto nonché alla conversione in bianco/nero mantenendo il file sempre in valori RGB.
A questo punto il lavoro potrebbe dirsi terminato. Vi è però la possibilità di ulteriori interventi quali il ristabilire il valore tonale leggermente seppiato dell'originale o spingendosi fino alla colorazione dell'immagine seguendo i dati uniformologici del periodo. Le immagini sottostanti mostrano appunto questi interventi.
Generalmente gli album venivano assemblati dopo il termine della guerra. Le fotografie scattate venivano fatte stampare in varie occasioni, al termine della guerra, quando si andava in licenza o durante i turni di riposo. Spesso si trascriveva al retro, a volte anche sul fronte, una didascalia per ricordarsi dei luoghi o delle persone. Didascalie che, quando presenti, risultano fondamentali per una corretta collocazione temporale del soggetto o a dare un nome ai soggetti o luoghi ripresi. Nel comporre gli album la didascalia al retro veniva spesso riportata, totalmente o parzialmente , sotto la fotografia ma nella peggiore delle ipotesi non veniva trascritta affatto sparendo così definitivamente alla vista.
Questa foto in particolare ci ha fatto pensare che potesse conservare al retro, imprigionata tra la stampa, la colla e la pagina dell'album, una didascalia o una scritta. Inoltre il formato e lo spessore robusto della stampa ci induceva a pensare fosse una fotocartolina spedita. Cartoline che spesso finivano poi attaccate alle pagine dell'album.
In accordo con la proprietà degli album si è deciso quindi di tentarne il distacco. La speranza era di trovare il dato che potesse dare un nome a questo bel Sottotenente. In questo caso si è verificato che un distacco meccanico avrebbe danneggiato irrimediabilmente il retro della foto perdendo così la possibilità di recuperare l'eventuale scritta. Si è deciso quindi di procedere in umido, immergendo cioè la pagina in acqua distillata tiepida il tempo necessario per ammorbidire la colla e seguendo costantemente a vista il procedere dell'immersione. Nel corso della nostra esperienza abbiamo proceduto al distacco in umido di centinaia di fotografie recuperando importanti dati storici. Se il procedimento viene eseguito con le opportune cautele e attenzioni nulla verrà danneggiato. Nelle centinaia di fotografie trattate da noi in questo modo non abbiamo mai riscontrato danni alle foto, alle pagine degli album o sparizione di scritte, fossero a matita o inchiostro.
Nel caso del nostro Sottotenente le nostre sensazioni si sono fortunatamente rivelate esatte. Al retro è infatti comparsa una dedica ad altro ufficiale con tanto di firma. Tale dedica ci ha consentito di recuperare dati che, per chi fa ricerca storica, sono fondamentali e in un certo senso fanno riemergere dall'oblio il volto e la storia del SottoTenente. Le informazioni ci portano quindi a conoscenza che il Sottotenente si chiamava Paolo Cosso ed era inquadrato nella 82a compagnia del Battaglione Monte Granero, 3° Reggimento Alpini.
Purtroppo la foto venne a suo tempo rifilata e, come si nota nella parte inferiore del retro, venne tagliata via una scritta che probabilmente indicava luogo e data.
La dedica così recita:
"Coi migliori auguri di
buona fortuna al
carissimo ex comandante
della nostra bella 82a e
con affetto sincero.
S.Ten. Cosso Paolo"
Il Sotto Tenente Cosso Paolo nasce a Pinerolo il 7 aprile 1899.
Con decreto luogotenenziale del 3 gennaio 1918 fu decorato con una M.A.V.M. con la seguente motivazione:
"Comandante di un plotone, sotto il violento fuoco dell'artiglieria e fucileria nemiche, riordinava il proprio reparto e lo trascinava a rinforzo della prima ondata, fin sulla trincea avversaria, occupandola. Durante un contrattacco del nemico in forze, incitava poi con la voce e l'esempio i propri dipendenti alla resistenza. Ferito, non si ritirava che a combattimento ultimato. - Colletta Vodice, 19 maggio 1917."
Lo stesso giorno, il 17 maggio, venne ferito anche il fratello Cesare, aspirante ufficiale, e viene decorato con M.A.V.M. con decreto luogotenenziale dell'11 aprile 1918:
"Durante un attacco alle posizioni nemiche, benchè ferito, non volle abbandonare il comando del proprio plotone, finchè, ferito per la seconda volta, dovette abbandonare la trincea occupata per recarsi al posto di medicazione. - Monte Vodice, 19 maggio 1917."
Muore a Diano Marina il 24 novembre 1984
Le ricerche sono ancora in corso ma i dati finora raccolti ci portano a pensare che i due fratelli Cosso fossero nello stesso reggimento, forse lo stesso Battaglione e vennero feriti quasi sicuramente durante la stessa azione.