UN ALPINO IN GUERRA.
ENEA GUARNERI DALLA CARNIA ALL’ISONZO
1915-1916
Diari e memorie della Grande Guerra
16,5x24, pp. 176
€ 18,00
ill. in b/n
ISBN: 978-88-7541-309-5
Gli alpini piemontesi e il loro capitano Guarneri nei combattimenti in Carnia e
sull’Isonzo nel 1915 e 1916.
Enea Guarneri, milanese, allievo del Liceo Parini, medaglia d’oro, amico dello
storico Piero Pieri, è uno dei combattenti mitici della guerra. In questo primo volume
si raccontano con una ricca documentazione fotografica, i combattimenti in
Carnia e, come mitragliere, sull’Alto Isonzo.
Un diario avvincente sostenuto da oltre 200 fotografi e inedite e dalle note
biografiche di una cinquantina di alpini.
Andrea Vazzaz, appassionato ricercatore di storia e di collezionismo militare, volontario nell’8°
Reggimento Alpini, è autore con Marco Pascoli del libro, I forti del Friuli (3 edizioni).
www.gasparieditore.it
1918. SUI CIELI DEL GRAPPA.
L’ultimo anno al fronte raccontato in un volume in tre lingue con 270 fotografie in gran parte inedite.
13 luglio 2015 – 1918, Monte Grappa: l’ultimo anno al fronte raccontato dall’alto, dai piloti della k.u.k. Fiegerkompagnie 66, la 66a Imperiale e regia Compagnia Aviatori.
270 foto in gran parte inedite emerse dall’archivio privato della famiglia del tenente ungherese György Nagy-Józsa e pubblicate ora da Edizioni DBS nel libro “1918. Sui cieli del Grappa”. Il volume, curato dallo storico Marco Rech, è interamente in tre lingue – italiano tedesco e ungherese – ed è introdotto dai saggi dello stesso Rech sull’attività delle truppe di aviazione imperiali e regie e di Gerald Penz, tra i massimi esperti in Austria della storia del volo nel primo conflitto mondiale. A lui – spiega Rech - si deve la redazione della storia completa della 66a compagnia aviatori sul campo di aviazione “Alle Venture” di Feltre, al tempo polo strategico perché a stretto ridosso della prima linea.
I protagonisti assoluti della pubblicazione sono però gli scatti fotografici, valorizzati dalla scelta per il libro del formato ad album 21 x 30. Una raccolta di testimonianze – iconografiche e documentali - preziosa per testimoniare azioni belliche ma anche paesaggi e luoghi oggi perduti , e la quotidianità sospesa di ragazzi la cui vita era fragile come le ali di tela dei loro aeroplani.
Sfogliando le pagine il lettore troverà molte sorprese. A citarne alcune è lo stesso Rech nell’introduzione all’opera: “Vedere il paesaggio arcaico completamente coltivato, pochi alberi e coltivazioni fino in quota; sapere che qui c’era tanta gioventù che rischiava ogni giorno di morire; l’osservare i tanti funerali, le tombe al cimitero civile…. E gli aerei!!! E poi Feltre… in tanti luoghi ancora uguale, mentre, in altri, la si vede incredibilmente diversa da ora. Mai però mi sarei aspettato di ritrovare in foto la terribile “sìmia dal culpelà”, la scimietta, mascotte degli aviatori austroungarici, che inseguiva la banda dei monellacci, i quali la prendevano spesso pesantemente in giro, quando era legata, e che a qualcuno morse il sedere. Alla fine dell’azione, la scimietta, paga della solenne vendetta, rientrò “alla base”. La scena è descritta nel libro “Memorie dell’anno della fame” di Giacomo Carniel, allora ragazzo di 10 anni. Ma le sorprese saranno ancora molte e notevoli per tutti coloro che avranno la possibilità di avere questo libro davanti agli occhi. La parte scritta si è limitata ad un sunto schematico degli avvenimenti che hanno fatto entrare Feltre nella storia pionieristica dell’aviazione di guerra”.
Marco Rech (a cura di), 1918. Sui cieli del Grappa, Edizioni DBS, 2015. € 13 EAN 88899369149
www.edizionidbs.it
ANDREA VOLLMAN
FRANCESCO BRAZZALE
GRANDE GUERRA
FRANCESISULL’ALTOPIANO
DEI SETTE COMUNI
Pagine 168
Fotografie 145 - Cartine 5
Formato 17x24
Legatura in brossura
ISBN 978-88-8130-128-7
€ 19,00
“Quando il ciclista mi ha detto: ‘Poulot, partiamo per l’Italia’, ero contento anche se non era la contentezza
che avevo prima di sapere che saremmo andati. Dopo tante dicerie, ora ci andiamo veramente.
Ci vorranno almeno tre settimane per raggruppare i soldati, ma questo tempo senza sentir
fischiare gli obici non può dispiacere a un onest’ uomo.
Sarà un cambiamento, le trincee dell’Argonne, della Champagne e delle Fiandre in fondo sono tutte
uguali e vedremo dunque qualcosa di nuovo. Non sono nemmeno dispiaciuto di poter assaggiare il
vino di quella terra. Forse sarà migliore e in ogni caso a un prezzo inferiore al nostro.”
E quando si dice che l’Italia è il più bel paese al mondo (dopo la Francia!) staremo a vedere.
L’emblematica figura di Poulot testimonia l’enigma esistenziale del singolo “gettato nella Storia”, di cui
una guerra è il caso limite. Il fante-contadino, nerbo dell’Esercito Francese, vestito dell’uniforme color
Bleu Horizon, con il suo bagaglio di pregiudizi e saggezza, mette piede in Italia per aiutare l’alleato in
difficoltà dopo Caporetto, nell’ultimo anno di guerra.
Dal Monte Tomba al Grappa e poi sull’Altopiano dei Sette Comuni nel saliente di Pennar, a Zocchi,
Bertigo, Sisemol, Camporossignolo e per molti il cimitero di Conco; nomi di luoghi che rappresentarono,
allora, una parte di un tragico e titanico scontro fra nazioni. Dopo “Britannici sull’Altopiano dei
Sette Comuni”, Vollman e Brazzale concludono la ricerca storica e umana sulla presenza delle forze
Anglo-Francesi in Italia durante la Prima Guerra Mondiale.
www.edizionirossato.it