Grande Guerra Photo Archive
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On line l'album del Tenente Carlo Castaldi - 8°, 252°, prigionia, 42°, 36° R.F.

18/12/2018

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Album contenente 109 fotografie documentanti la permanenza di Carlo Castaldi nel 239° Battaglione M.M., 8° Reggimento Fanteria, 252° Reggimento Fanteria, prigionia a Theresienstadt (Cecoslovacchia), 42° e 36° Reggimento Fanteria. Le informazioni riguardanti la sua carriera militare sono ancora incomplete e sono tutt'ora in fase di studio.
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IMMAGINI E STORIE DAL FRONTE DELLE GIUDICARIE, Valle del Chiese 1915 - 1918

18/12/2018

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Altro volume che volentieri segnaliamo. Scritto da Ovidio Pellizzari ed edito dalla Biblioteca Comunale di Borgo Chiese. Anche in questo caso abbiamo contribuito con diverse immagini dal nostro archivio.
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Immagini e storie dal Fronte delle Giudicarie. Valle del Chiese 1915 - 1918

Ovidio Pellizzari
​Presentazione di Claudio Pucci, prefazione di Giorgio Butterini
Biblioteca Comunale di Borgo Chiese


​«La nascita di questo nuovo volume, come è spiegato nell’introduzione, è legata alla volontà di mettere a disposizione di tutti il notevole patrimonio di immagini di cui l’autore si è trovato a disporre dopo la pubblicazione dell’opera precedente. Queste numerose fotografie – oltre 350, in gran parte inedite – sono state pazientemente “ripulite” dai segni del tempo e ci consentono di osservare ad un secolo di distanza scorci e panorami familiari della valle del Chiese, i segni e le distruzioni che il conflitto ha lasciato nei paesi, e soprattutto i volti e le emozioni dei soldati che di quella guerra sono stati – loro malgrado – protagonisti. I testi, concepiti inizialmente come supporto per le immagini, si sono via via arricchiti di documenti e note e sono diventati storie personali, capaci di fare avvicinare anche il lettore di oggi ad una vicenda drammatica che, ad un secolo di distanza, rischia di dimenticare»
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Il volume può essere richiesto presso la Biblioteca Comunale di Borgo Chiese (Condino) al seguente indirizzo mail:

​[email protected]

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SENTINELLE DEL SILENZIO. Architettura della Grande Guerra nella Valle del Caffaro, in Valle Sabbia e in Alta Val Trompia

18/12/2018

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Segnaliamo volentieri un bel libro scritto da Stefano Molgora con la prefazione di Stefano Aluisini. Ci fa molto piacere aver contribuito alla realizzazione con alcune immagini provenienti dal nostro archivio.
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SENTINELLE DEL SILENZIO   
Architettura della Grande Guerra nella Valle del Caffaro, in Valle Sabbia e in Alta Val Trompia
S
tefano Molgora, prefazione di Stefano Aluisini

La Compagnia della Stampa
Massetti Rodella Editori


​"Il 15 dicembre 2018 presso il Ce.Doc.le dell’Esercito e come sempre grazie alla collaborazione di UNUCI Brescia, è stato presentato il libro realizzato dal Ten. G. (ris.) l’Arch. Stefano Molgora del quale abbiamo scritto volentieri la prefazione. Il volume, adottato da banca Valsabbina quale strenna natalizia per il Centenario della Grande Guerra, consente di vedere lo stato e la storia di varie fortificazioni e dei sistemi di difesa passiva realizzati nelle alti valli bresciane durante il primo conflitto mondiale. Quel settore che se oggi può forse essere riletto come strategicamente marginale, allora, seppure isolato tra gli eventi della nota “Guerra Bianca” in Adamello a occidente e le grandi offensive sugli Altopiani ad oriente del Garda, costrinse a realizzare opere stradali e fortificazioni imponenti, sovente in ambienti estremamente complessi e in condizioni avverse, sotto gli occhi e il tiro dello stesso nemico. Sacrifici enormi ancor oggi testimoniati dalle tante vestigia rimaste a popolare i sentieri delle nostre montagne più alte, sulle cui vette i soldati nemici si confrontavano sempre a distanza, impegnandosi soltanto in sanguinosi scontri di pattuglie o duelli tra le opposte batterie d’artiglieria. Come dentro una sorta di “Deserto dei Tartari”, quasi tutto sviluppatosi in alta quota, lassù dove grazie a tante spettacolari fotografie che sono state oggi scattate da Stefano Molgora, si rivive ancora tutta l’estrema solitudine oltre alla sofferenza di chi allora venne costretto a presidiare per lunghi interminabili inverni quei remoti passi. Il ricordo di un sacrificio silenzioso e dimenticato, consumatosi un secolo fa a pochi chilometri dalle nostre case, del quale questo volume può rendere degli affreschi fotografici di altissimo livello ai quali unire varie fonti iconografiche raccolte dall’Autore con il contributo di altre fonti tra le quali Memoria e Storia, l’Archivio Storico Dal Molin e altre importanti realtà pubbliche e private.
Un richiamo a quel dovere della Memoria, ripercorso e sostenuto sovente solo da pochi volontari e oggi non adeguatamente aiutato da chi dovrebbe istituzionalmente farsi carico di conservare con cura tutto quel patrimonio storico e paesaggistico, frutto dei sacrifici anche sanguinosi delle nostre passate generazioni, uno schiaffo al loro valore consumato senza risparmio tra quelle vette senza alcun premio sperare se non la vittoria che avrebbe consentito ai superstiti di tornare alle loro famiglie e agli abitanti delle valli di rivedere la tranquillità dei pascoli e delle loro malghe. Una denuncia che, con le immagini di prorompente bellezza di un ambiente rimasto incontaminato, e specialmente nell’interminabile crisi economica di oggi, ci rivela nuovi scenari per recuperare, insieme all’opera dell’uomo, prospettive di rinascita futura."

​Fonte: www.memoriaestoria.it
​
Il libro sarà a breve acquistabile presso l'editore al seguente link:

​www.lacompagniamassetti.it
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Grave di Papadopoli. Il diario del Soldato John Philpott

26/10/2018

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​Mancano pochi giorni ai 100 anni riguardanti i fatti accaduti alla Grave di Papadopoli e il caso vuole che il nipote del soldato John Philpott, facendo ricerche in internet, si imbatte nella nostra pagina dedicata al 2nd Batallion della Honourable Artillery Company e riconosce il nonno in una delle fotografie. Da quel momento parte un fitto scambio di mail molto interessante. Ci fornisce i cognomi dei componenti dell'8° Plotone che mancavano nel nostro album e che ci ha permesso, facendo ricerche tra le Index Card della H.A.C., di identificare tutti i componenti del plotone e di sapere quale fu la loro sorte durante quei giorni dell'ottobre 1918. Ci manda qualche fotografia ma il materiale più interessante è certamente la trascrizione del suo diario di quei giorni. Dai preparativi, alla battaglia, la sua cattura e la seguente breve prigionia, il rilascio e il reintegro nei ranghi fino all'ingresso in Austria con le truppe di occupazione. Philpott era uno dei 4 componenti di una sezione mitragliatrici Lewis e venne catturato il 26 ottobre 1918 nel pieno svolgersi della battaglia per la Grave di Papadopoli. Stiamo traducendo tutta la trascrizione e la metteremo on line. Al momento accontentatevi di questi brevi passi:
​
​
Grave di Papadopoli, 26 ottobre 1918

"
Con il revolver sono riuscito a disarmare circa
8 jerrys, gli altri 3 della squadra stavano facendo lo
stesso e le cose sembravano andar bene. Improvvisamente
il mio polso è stato 
afferrato da dietro strappandomi il revolver dalla mano.
Mi sono voltato e ho scoperto che un numeroso gruppo
era spuntato dai fianchi ed eravamo senza speranza. Un
tizio è stato colpito alla testa con un calcio del fucile,
un altro aveva una baionetta in gola e l'altro ha visto
che era inutile resistere. Quindi, con uno dei più vecchi
trucchi della guerra eravamo tutti prigionieri”...........................
 
...............C'erano molti uomini feriti che giacevano a terra e pensai
che il fuoco della nostra mitragliatrice fosse stato efficace.

Avevo perso tutto.
Fu tutto così improvviso che non ci fu il tempo per pensare di
​raccogliere un po di cose e, tra l’altro, le altre nostre mitragliatrici
​stavano iniziando a dirigere il fuoco 
nella nostra direzione.
Questo fatto mise il vento ai piedi alle 
nostre guardie e ci fecero
attraversare  frettolosamente 
la passerella sotto il nostro stesso fuoco.
Fortunatamente attraversammo senza essere colpiti. Ci fecero un bello
scherzo e non dimenticai 
di dirlo all'ufficiale dello staff che ci interrogò
​nel loro quartier generale, questi rise e ci 
diede una pacca sulla spalla."
​
Foto
Foto dell'8° Plotone. John Philpott è il soldato indicato dal numero 3
Foto
Fotocartolina di John Philpott spedita alla famiglia dall'Italia nel settembre 1918
Per visionare la foto dell'8° Plotone con tutti i nomi e la loro sorte vi rimandiamo alla nostra pagina dedicata al 2° Battaglione dell'Honourable Artillery Company
Vai alla Pagina dell'Honourable Artillery Company
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1915 1918, LA GUERRA ALLE PORTE. Militari e civili sulle Dolomiti del Comelico nella Grande Guerra.

21/5/2018

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​Segnaliamo questa nuova uscita per i tipi delle Edizioni DBS. Volume molto interessante, ricco di materiale iconografico, al quale abbiamo contribuito fornendo diverse immagini provenienti dal nostro archivio.
Gli autori Giovanni De Donà, Giuseppe Teza, Francesco Pomarè, presenteranno il volume venerdì 25 maggio alle ore 20.30  presso la Sala della Regola a Campolongo (BL).
Di seguito la scheda dell'opera:


1915-1918, Grande Guerra sulle Dolomiti, in Comelico: ecco cosa significò vivere a ridosso della prima linea. 

La grande guerra non si svolse solo in prima linea; anche le retrovie divennero loro malgrado terra di sofferenza. Non ospitarono scontri diretti né vi si rischiava di morire per i colpi nemici, ma erano “terre al servizio”. Strade, paesi, infrastrutture, per non parlare degli abitanti: tutto e tutti dovevano contribuire alla piena efficienza delle operazioni al fronte. Lo raccontano nel loro nuovo libro “1915-1918 La guerra alle porte” gli autori Giovanni De Donà, Giuseppe Teza, Francesco Pomarè e Paolo Tonon. La loro attenzione si è concentrata sul Comelico (BL), emblematico per la profondità delle trasformazioni indotte dal conflitto sul tessuto sociale e culturale locale.

“I paesi da Padola a Sappada – scrive nella presentazione al libro Giorgio Tosato – si riempirono di migliaia di soldati accantonati in case e tabiè, le strade furono percorse da automobili, motociclette e rumorose trattrici, le piazze occupate  da cannoni e carriaggi. Si realizzarono ardite teleferiche e perfino campi d’atterraggio d’emergenza, per ospitare soldati e operai in diverse località sorsero veri e propri villaggi militari”. Oggi di tutto questo sopravvive quasi nulla, ma per il tempo fu un vero e proprio sradicamento da tradizioni secolari. La popolazione – spiega Tosato – dovette abbandonare ritmi di vita aviti e convivere con limitazioni della libertà personale, coprifuoco, requisizioni, rigide prescrizioni igienico-sanitarie e comportamentali. Il prezzo fu altissimo in termini di disagi, fame e distruzioni. Le testimonianze proposte dagli autori lo fanno ben percepire: foto, documenti, reperti raccontano ancora a cento anni di distanza l’intensità di una quotidianità stravolta e mutilata.
​

Il libro è impreziosito da un apparato iconografico ricchissimo: oltre 300 scatti quasi interamente inediti. Per reperirli gli autori hanno esplorato archivi pubblici e privati di tutta Italia, regalando con questo libro al lettore un lavoro unico e straordinario.


G. De Donà G. Teza F. Pomarè P. Tonon, La guerra alle porte, Edizioni DBS, 2018. Ean 9788833680033 € 15. Brossura, 276 pagine, b/n. 

http://www.edizionidbs.it


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On line 12 foto appartenute al Capitano Ottorino Mutti

28/4/2018

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​Nasce a Pietrasanta (Lucca) il 17 dicembre 1891.
​Nel maggio 1917 assume il comando della  45a Squadriglia Aeroplani.
​Comanda la 118a Squadriglia dal 15 novembre 1917 al 16 dicembre, data in cui assume il comando interinale del V° Gruppo fino al 14 gennaio 1918 rientrando al comando della 118a. Dal 17 marzo 1918 assume  anche il comando interinale del XIX Gruppo.
Muore ad Arcade il 23 giugno 1918 a causa del cedimento strutturale delle ali di un SIA 7b (Matr. 8420) della 23a Squadriglia su cui volava come osservatore assieme al pilota Aspirante Gastone Tedeschi. Mutti e Tedeschi furono le ultime vittime causate dai  difetti costruttivi e progettuali del SIA 7b che lo portavano a perdere le ali quando troppo sollecitate dalle manovre in volo. Proprio a seguito dell'incidente che coinvolse i due aviatori il giorno seguente 
fu diramato l'ordine di sospendere i voli con il SIA 7b e di versare tutte le macchine di tale modello ai depositi.

​Mutti venne decorato con due M.A.V.M.
​
​
Vai alle foto del Capitano Ottorino Mutti
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LA BATTAGLIA DEI GHIACCIAI, la Grande Guerra tra le nevi perenni.            Marco Cimmino

27/4/2018

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“La battaglia dei ghiacciai. La Grande Guerra tra le nevi perenni”
Marco Cimmino
Mattioli 1885, Archivio Storia.
126 pg, 14,50 Euro


Cento anni fa, la Grande Guerra infuriava nel nordest d’Italia. Orrore, devastazioni, carnai sul Carso e sull’Isonzo. Contemporaneamente, nell’arco alpino dallo Stelvio alla Carnia si consumava la Guerra Bianca, un conflitto d’alta montagna, verticale, rarefatto e non solo per l’aria poco ossigenata alle quote elevate dove si svolgeva. Caratteristiche e situazioni di questa zona particolare del fronte austro-italiano sono del tutto originali e diverse. Lo fa notare Marco Cimmino, che ha sviluppato questi temi con grande ampiezza di vedute e facilità di linguaggio in questo libro.
Marco Cimmino è uno storico militare, specializzato nella prima guerra mondiale. Fa parte del comitato storico scientifico della Regione Lombardia per la conservazione del patrimonio della Grande Guerra, della Società Italiana di Storia Militare e del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. 
Un conflitto rarefatto, si è detto. Lo è stato anche perché i numeri dei combattenti erano necessariamente ridotti, quando non ci si limitava all’azione di manipoli, se non di coppie o di singoli assalitori.
I requisiti degli uomini impegnati? Avere tempra e coraggio, disporre di una valida preparazione alpinistica, mostrare all’occorrenza capacità d’improvvisazione e comunque disporre di attrezzature tecniche efficienti e il più possibile moderne.
Pur dove non potevano agire reparti numerosi, veniva invece esercitato un sforzo logistico importante, per creare le condizioni che potevano consentire a sia pure pochi di restare in quota e combattere. Si trattò di allestire reti imponenti di teleferiche, di assicurare un flusso continuo di rifornimenti, di portare in alto cannoni di medio calibro e alimentarli del necessario munizionamento.
Tutto questo valeva per entrambi gli eserciti. Operarono soprattutto truppe specializzate: alpini e non solo dalla parte italiana, kaiserjàger tirolesi in quella avversa, oltre a landeschutzen e standschutzen, montanari delle zone alpine locali. 
È stata una guerra in altezza, al confronto delle azioni sul fronte carsico-isontino, che si sviluppavano in orizzontale o assaltando medi rilievi, ma quanti sacrifici per strapparli al nemico, da parte dei nostri, sempre all’attacco. E i successi si contavano in chilometri di penetrazione nelle linee, spesso solo qualche centinaio di metri. In montagna, invece, non si misuravano in distanze ma in dislivelli, in metri di quota conquistati. Non c’erano lunghe trincee o sistemi di linee, solo cengie, speroni, piccoli spazi piani su cui stabilizzarsi, in una lenta erosione del dispositivo difensivo avversario. E si parla di postazioni tenute e munite a non meno di 2500 metri di quota, che diventavano 3500 nella zona dell’Adamello fino a sfiorare i 4000 dell’Ortles-Cevedale. 
Si possono immaginare le difficoltà di permanenza, di sopravvivenza (nemico fu soprattutto il gelo, causa di morte principale le valanghe), di condotta bellica in un paesaggio maestoso, caratterizzato da una bellezza della natura che toglieva il fiato ai combattenti, quanto l’altitudine e il freddo, in quelle lande subartiche.
Che

“contrasto tra la solennità e il senso di pace e di purezza originato dal paesaggio e il sentimento della guerra, della morte e della distruzione”

osserva Marco Cimmino.
Sovrastato sotto ogni aspetto (risorse, attenzione, impianti, personale) da quello isontino, che andava dalla Carnia a Monfalcone, il resto del fronte, montano, era considerato secondario. Al saliente trentino, in particolare, si attribuiva un ruolo di contenimento, vi si svolsero offensive limitate, se si eccettuano la spallata tentata dagli austriaci con la Strafexpedition nel 1916 e la folle risposta italiana sull’Ortigara, nel 1917. 
Sicché, finanche secondari di un fronte secondario erano considerati dal comando della I Armata i sottosettori Valtellina e Valcamonica, oggetto di questo lavoro. Inadatti ad azioni che potessero condurre ad un risultato considerevole. Zone di pura frizione. La maggior parte del fronte valtellinese e camuno si sviluppava infatti in un territorio elevatissimo, glaciale, in molte parti abitato da nevi perenni e ovunque caratterizzato da condizioni atmosferiche estreme. 
Fu guerra tra belligeranti che non si odiavano. L’affinità di sentimenti, per origini, carattere, cultura e tradizioni, rendeva naturale il rispetto tra soldati che riconoscevano negli avversari una natura simile alla propria.
Marco Cimmino riesce a rendere con efficacia i temi unici e originali posti dalla guerra sui ghiacciai. La lettura è tutt’altro che ardua, grazie a una prosa che si sforza di restare più umana che tecnica, per rendere al meglio le condizioni in cui tanti uomini si trovarono ad operare, in quegli scenari da documentario artico.
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On line l'album del Landsturm Baon 171

9/3/2018

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Album di piccolo formato appartenuto ad un anonimo militare austriaco probabilmente appartenente al Landsturm Baon 171. Le 85 fotografie sono state applicate su una piccola agenda "Weihnachten im Felde 1916" pubblicata dal K.u.K. Kriegsministerium. La Val Fiscalina, alta Val Pusteria, Sesto, San Candido, Dobbiaco sono i luoghi oggetto di questo album.

Un particolare ringraziamento a Luca Girotto e Marco Gramola per la gentile consulenza e l'autorizzazione alla pubblicazione del materiale proveniente dalle loro collezioni.
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On line l'album del 2nd Battalion, B Coy dell' Honourable Artillery Company

30/11/2017

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​Pubblicato l'album del 2nd Battalion dell'Honourable Artillery Company, B Coy. Impegnato dal novembre 1917 in Italia si distinse durante la presa delle Grave di Papadopoli. Dopo l'armistizio fu inviato in Austria facente parte delle truppe di occupazione. Rientrò in patria nel febbraio 1919.

L'abum,  contenente 10 fotografie, documenta la rivista del Re Vittorio Emanuele alle truppe schierate a Villaverla e le foto di gruppo dei plotoni della B Coy effettuate davanti alla chiesa parrocchiale di Cereda nel comune di Cornedo Vicentino
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Nuovi lavori in corso. Honourable Artillery Company e Landsturm Baon 171.

24/11/2017

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Per problemi personali siamo stati un po' assenti. Stiamo comunque lavorando alla digitalizzazione di nuovi album. I primi due che verranno pubblicati, appena terminato il lavoro di digitalizzazione e ricerca storica, riguarderanno l'esercito britannico e austriaco. In particolare un album di poche pagine e una decina di foto datate 1918 riguarda la compagnia B del 2° Battaglione dell'Honourable Artillery Company impegnato sul fronte italiano. Il secondo è un piccolo calendario/libro del 1916 contenente circa 90 piccole fotografie. Le foto riguardano il Landsrturm Baon 171, inquadrato nella 21a Gebirgsbrigade e sono ambientate in Alta Val Pusteria, Val Fiscalina, Sesto, Dobbiaco.   Stay tuned!

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