Grande Guerra Photo Archive
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Le Medaglie Reggimentali della Grande Guerra. Vol 1, Le Brigate di Fanteria

29/5/2017

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Con piacere segnaliamo questo interessantissimo libro. 
Primo volume di una lunga serie, tratta in modo esaustivo e per la prima volta le medaglie commemorative delle Brigate di Fanteria del Regio Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale.
Ricco di dati e fotografie si pone come testo basilare per gli appassionati e collezionisti.
L'autore, Paolo Policchi, già noto per il suo libro "Canto Barbaro", affronta con rigore e competenza questo interessantissimo tema. Libro che consigliamo vivamente.

Per l'acquisto seguire il link sottostante:
medagliereggimentaliww1.blogspot.it/

E' disponibile il primo volume sulle Medaglie Reggimentali della Grande Guerra, dedicato alle Brigate di Fanteria.
Sono riportate le schede di circa 600 varianti, recanti le descrizioni e le immagini di ogni esemplare.
Lo trovate in alcuni store online (Hoepli, Rizzoli, StreetLib, GooglePlay).
e digitale è consigliata: si può tenere nello smartphone o nel Tablet. 


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21 dicembre 1915. Il Lloyd C.II 42.11 del Leutenant Yuri Kraigher

7/5/2017

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 Una delle cose  che più ci rapiscono quando si fa ricerca storica legata agli avvenimenti della prima guerra mondiale è la scoperta. La conoscenza di storie, persone e fatti partendo da semplici fotografie. E' come se ci si stesse confrontando con le persone coinvolte in questi eventi, oggetto di queste fotografie. E allora vedi il loro volto mentre leggi di loro....come se si stesse entrando nella loro vita attraverso una speciale porta del tempo.
Oggetto di questo post sono dieci fotografie provenienti dall'album del Tenente Carlo Simonetti del 162° Reggimento Fanteria, Brigata Ivrea, Reggimento stanziato sull'Altipiano di Asiago nell'inverno 1915 - 1916. Gli unici riferimenti erano il luogo, un aereo austriaco e una didascalia riportante una data.

Le foto ci raccontano di un aereo austriaco intatto, un Lloyd C.II,  a terra e circondato da militari italiani. Questa piccola serie di foto documenta, per quanto è possibile capire dalle varie didascalie al retro, la cattura e successivo smontaggio di questo aereo. La didascalia sull'album così recita: "Un apparecchio  austriaco precipitato nei pressi di Gallio e catturato dalle nostre truppe", al retro delle foto la data "21 novembre 1915".
Da qui siamo partiti, contattando esperti e sfruttando le potenzialità del web, per raccogliere informazioni e raccontare una storia.
La storia del Leutenant Jurij Kraigher, pilota del Lloyd C.II 42.11 della Flik 7.


Jurij Kraigher nasce a Hraščah, frazione del comune di  Postojni in Slovenia ( attuale Crastie del comune di Postumia) il 3 aprile 1891. Settimo figlio di Tončki Doles Kraigher e del suo secondo marito Jurija Kraigherja.Dopo la morte prematura del padre, avvenuta nel 1894, viene allevato dalla madre e dagli zii dai quali assorbe il sentimento patriottico sloveno e anti monarchico teso ad affermare l’unificazione e indipendenza di tutte le nazioni slave meridionali.
Inviato a Lubiana frequenta la scuola secondaria per poi iscriversi alla scuola tecnica superiore a Vienna. Qui frequenta il movimento clandestino di rinascita che aveva come obiettivo il rovesciamento della monarchia Asburgica e il panslavismo. A Vienna incontra i primi costruttori d’aeroplani e si innamora del volo. Finiti gli studi lavora per un breve periodo in Germania nel settore aeronautico per poi rientrare allo scoppio della guerra.  Arruolato nell'esercito Austroungarico Il suo reggimento venne inviato a sud dell’Erzegovina ma la sua intenzione era quella di diventare pilota dell’aviazione austriaca per poi disertare e unirsi alle forze russe sul fronte galiziano. Quando però riuscì a diventare pilota della stessa i suoi superiori preferirono assegnarlo all'addestramento dei piloti e non come pilota da caccia.
Quando nel maggio del '15 l’Italia entrò in guerra Kraigher fece diverse domande per essere assegnato come pilota su quel fronte, domande che vennero ripetutamente respinte. Nel settembre del 15 finalmente la sua domanda venne accettata e venne assegnato alla Kuk Fliegerkompagnie Nr. 7 (Flik 7) , comandata dal Colonnello Nikolaus von Wagner, a Pergine. Le sue intenzioni di diserzione continuarono ma volando su un biposto con compiti di ricognizione/bombardamento ed avendo sempre con lui un osservatore di grado superiore non poteva portare a termine il suo intento.
Nel frattempo Kraigher mette a punto un sistema per aumentare l’efficacia e la portata di bombardamento del Lloyd alloggiando uno speciale scivolo nel posto dell’osservatore.  Successive prove di bombardamento con quel sistema diedero buoni risultati colpendo favorevolmente il colonnello Wagner.  Kraigher suggerì allora al colonnello di bombardare Asiago ma questi non acconsentì comandando invece il bombardamento della stazione ferroviaria di Fondu. A questo punto Kraigher, volando senza osservatore, ha finalmente l’opportunità di portare a termine il suo intento. Decolla da Pergine e con tutto il carico di bombe intatto atterra su un prato nei pressi di Gallio consegnandosi agli italiani. Qui chiede di essere inviato a Salonicco per unirsi ai volontari serbi ma la sua richiesta non viene accettata. La politica Italiana di quel tempo non voleva infatti favorire il rafforzamento dei serbi nei Balcani sapendo che si stava preparando la creazione di un nuovo stato che sarebbe potuto diventare ostile.  Fu così che venne trattato come un semplice prigioniero di guerra ed inviato nei campi di prigionia di Savona, Udine, San Remo ed infine a Nocera Umbra. Venne rilasciato il 6 dicembre 1918, imbarcato a Bari assieme ad 300 altri prigionieri e inviato a Salonicco, il posto che, ironia della sorte, avrebbe voluto raggiungere al momento  della sua diserzione.  Dopo la guerra si unì brevemente al nuovo servizio aereo jugoslavo. Non soddisfatto per il trattamento ricevuto in qualità di ex pilota austriaco emigrò negli stati uniti nel 1921 imbarcandosi a Trieste.
Il successivo periodo americano lo vede operaio alla catena di montaggio della Curtiss Wright, pilota su voli commerciali , sui voli di linea della Pan Am appena costituita. Inventa dispositivi aeronautici, stabilisce record di velocità su aerei passeggeri fino a diventare, nel 1941, direttore tecnico della Pan Am Africa. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruola volontario e come tenente colonnello  viene assegnato al  trasporto aereo pesante atto a rifornire le basi aeree alleate in Inghilterra. Partecipò poi all'organizzazione, effettuando personalmente numerosi voli, di ponti aerei in Jugoslavia dall'Italia per recuperare gli aviatori americani salvati dai partigiani di Tito.
Nel '47 lascia l'esercito, lavora nel campo dei rilievi aerofotogrammetrici, poi amministratore delegato e direttore generale del dipartimento aeronautico presso l'azienda Arabien Oil Co a New York e a Dahranu in Arabia Saudita. Nel '57 va in pensione rimanendo comunque consulente per la stessa ditta.  Si ritira definitivamente nella sua tenuta nei pressi di Litchfield, nel Connecticut, dedicandosi all'allevamento di cavalli. Qui morirà il 17 settembre 1984 all'età di 93 anni.


Passiamo alle fotografie contenute nell'album
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L'aereo sorvegliato dai Carabinieri e guardie armate.
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L'aereo osservato da militari italiani. Si può distintamente osservare la struttura per lo sgancio delle bombe inserita al posto dell'osservatore.
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Ufficiali italiani osservano l'aereo. Con la croce è indicato Jiurij Kraigher.
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Si comincia a rimuovere il carico bellico.
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Continua il lavoro di rimozione sotto lo sguardo di ufficiali italiani e di Jurij Kraigher indicato dalla linea nera.
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I primi ordigni vengono rimossi.
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Le bombe sono rimosse e distese a terra sorvegliate da due guardie armate. A sinistra, seduto, l'autore dell'album Tenente Carlo Simonetti.
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Smontato l'aereo si provvede al trasferimento della fusoliera.
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La notizia viene riportata anche in Francia tramite il giornale "Le Miroir" n°117 del 1916. La data e l'indicazione del luogo, Gorizia, sono evidentemente errati.  Nella prima fotografia Kraigher è indicato ai piedi con una croce. ​

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Fonte: www.theaerodrome.com

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Jurij Kraigher davanti ad un Lloyd C. nel gennaio 1915
Fonte: Wikipedija

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Kraigher, a sinistra, ai comandi di un aereo da trasporto americano nel 1944.
Fonte: Carolyn Yeager

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Altre fonti consultate: Wikiwand
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LUNGO LA LINEA DEL FRONTE

28/4/2017

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Segnaliamo volentieri la prossima uscita dell'ultima fatica di Giovanni De Donà e Giuseppe Teza per i tipi di Edizioni DBS.
Un volume molto interessante che abbiamo contribuito ad arricchire  con diverse immagini provenienti dal nostro archivio.
​Buona lettura

Sabato 6 maggio, alle ore 18 a Calalzo presso la sede dell’Unione Montana Centro Cadore (palazzo Fiori-Fanton), sarà presentato il libro  "Lungo la linea del fronte – militari e civili sulle Dolomiti nella Grande Guerra" (Ed. DBS di Rasai di Seren del Grappa), curato da Giovanni De Donà e Giuseppe Teza. Un volume di 270 pagine con più di 300 immagini, per lo più inedite, volto alla riscoperta dell’articolata e complessa retrovia della IV Armata in Cadore nel primo conflitto mondiale con capitoli dedicati ai servizi logistici, la ferrovia, le teleferiche, gli ospedali, i forti corazzati, i campi d’aviazione, i mezzi meccanici e i punti d’appoggio. 


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LA BATTAGLIA DEI GHIACCIAI

7/4/2017

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Segnalo con piacere l'uscita di questo bel libro per i tipi di Mattioli 1885.
Scritto dall'amico  Marco Cimmino, impagabile  compagno di naja nel 5° Alpini nel lontano 1982/83,  tratta  di una guerra completamente diversa da qualunque altro conflitto precedente. Dall'Ortles all'Adamello, una storia di soldati, equipaggiamenti, addestramento ed atti di valore, ma anche di umanità e di montagna, in una natura terribile e meravigliosa assieme.
160 pagine coinvolgenti e circa trenta fotografie inedite..
Buona lettura.

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- Geografia ed orografia della Guerra
- Le ragioni di una battaglia impossibile
- Tattica e strategia in alta montagna
- I reparti e le principali azioni
- Gli uomini e la leggenda


Nel comprensorio glaciale dei grandi massicci delle Alpi centrali, si è combattuta una guerra caratterizzata da difficoltà tecniche ed alpinistiche eccezionali e con problemi logistici apparentemente insormontabili: eppure, per tre anni, truppe da montagna italiane ed austroungariche si sono fronteggiate, in un ambiente in cui, fino ad allora, nessuno avrebbe mai pensato di poter combattere o anche solo di sopravvivere.
La battaglia dei ghiacciai è un libro che si prefigge due diversi obbiettivi:
il primo è quello di definire le caratteristiche che contraddistinsero, nei diversi settori del fronte lombardo/tirolese la cosiddetta “guerra bianca”, indicandone la varietà di declinazioni, contro l’opposta tendenza di certa storiografia, tesa ad operare una sorta di reductio ad unum. Il secondo, più ambizioso, è quello di cercare di descrivere, con linguaggio piano e senza eccessivi tecnicismi, ma con un rigoroso rispetto dei fatti e dei fenomeni, la variegazione del fronte glaciale con le sue peculiarità geografiche, tecniche, umane.
Insomma, un tentativo di trasmettere al lettore, a cento anni dalle grandi battaglie adamelline, tanto la complessità e la varietà di quello scampolo di Grande Guerra che si combattè nelle desolate lande subartiche dei 3.000 metri, quanto la specificità di un ambiente e di una generazione di combattenti d’alta quota, con le loro qualità, il loro equipaggiamento, la loro tattica e strategia e, soprattutto, il loro non comune valore.

Formato 16 x 24 in brossura
160 pagine
Prezzo 16 Euro

Marco Cimmino,
​storico militare, specializzato nello studio della prima 
guerra mondiale. Membro del comitato scientifico di éStoria, di Storia Verità e della Regione Lombardia per la conservazione del patrimonio della Grande Guerra, fa parte della Società Italiana di Storia Militare e del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Tra le sue pubblicazioni più recenti, La conquista del Sabotino (LEG, finalista al Premio Acqui Storia 2013), La conquista dell’Adamello (LEG, 2014), Il flauto rovescio (Bietti, 2014), Guerra Bianca (Espresso-Repubblica, 2015), Breve storia della prima guerra mondiale, vol. 1 (Gaspari, 2016).


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AN ALLEN FRONTEN - SU TUTTI I FRONTI

7/4/2017

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Altro interessantissimo libro che ci fa molto piacere segnalare.
Scritto da tre noti appassionati, prende in esame gli oggetti personali dei soldati austroungarici rinvenuti su campi di battaglia cent'anni dopo gli eventi della Prima Guerra Mondiale.  Un libro innovativo sia per la veste grafica che per il fatto di analizzare per primo i distintivi da scavo sotto il profilo artistico piuttosto che quello tecnico. Il volume si propone al lettore come una sorta di enciclopedia e non come un catalogo. Nella seconda parte vengono inoltre analizzati anche oggetti di uso comune dei militari imperiali, accendini, pipe, anelli trench art, materiale sanitario e molto altro ancora.
Ricchissimo di documentazione storico fotografica consta di 276 pagine e ben 1400 fotografie.
Costo 27 Euro.

Per l'acquisto  e aggiornamenti sulle date di presentazione del volume esiste un'apposita pagina Facebook a cui potrete accedere cliccano sul link sottostante:

​AN ALLEN FRONTEN - SU TUTTI I FRONTI Pagina Facebook

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Buona Lettura



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Il Cannone da 203/45 A 1897 di Cason de la Crosèra in Val d'Ansei

18/3/2017

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Dal libro:
Tra fronte e retrovie.  All'ombra delle Tre Cime.  I servizi logistici nella Grande Guerra.
Walter Musizza, Giovanni De Donà, Giuseppe Teza
Edizioni DBS, 2014
​
“Allo scoppio del conflitto, come ben noto, molti pezzi di artiglieria di grosso calibro della difesa costiera furono destinati ai parchi d'assedio dei vari Corpi d'Armata.
Così a partire dal mese di giugno 1915 anche al IV C. d' A. operante in Cadore furono inviati numerosi obici e mortai, "artiglierie ultrapotenti", per battere le opere permanenti austriache. In particolare nell'alta Val d'Ansei, nella zona di Misurina e Tre Croci, furono posizionati dunque alcuni obici da 305/17, da 280 A e da 210 G, ma il più famoso è senz'altro il cannone piazzato a Cason de la Crosèra, le cui immagini fecero davvero il giro del mondo, comparendo su diversi giornali e riviste dell'epoca (ad es. "The National Geographic Magazine", voi. XXXII, n.l, luglio 1917). In prossimità del villaggio militare fu infatti posizionato un grande cannone da 203/45 A 1897 su affusto a ruote De Stefano. Il calibro era di 203 mm, la canna aveva una lunghezza di 45 calibri, la bocca da fuoco pesava kg 21.000, il peso to­tale "in batteria", comprensiva cioè di bocca da fuoco e affusto, era di Kg 42.810. Il pezzo poteva sparare ad una distanza minima di 3.400 metri e massima di 14.200 metri una granata semi-perforante in acciaio del peso di kg 114,600, caricata con kg 6,050 di trotyl, con spoletta posteriore a percussione F.K.S. 1909. Oppure, in alternativa, una granata perforante in acciaio del peso di kg 115.895, caricata con kg 4,590 di trotyl, spoletta posteriore a percussione F.K.S. 1915', o ancora una granata in acciaio del peso di kg 116,230, caricata con kg 6,625 di trotyl, spoletta posteriore a percussione F.K.S. 911 o F.K.2S.911. i II cannone arrivò a Calalzo, via ferrovia, nel giugno del 1915 e, messo su speciali carrelli muniti di cingoli "Buonagente", giunse in Val d'Ansei trainato dalle au­totrattrici del IV Parco di Tornede.
La piazzola per ospitarlo fu ricavata di fronte al villaggio militare di Cason de la Crosèra, presso il ponte che scavalca il Rio di Val Marzon. Una cinquantina di metri più indietro, sulla destra della strada, furono realizzati il piano di scarico, i depositi per le granate e le polveri, in casematte a prova di bomba, nonché una baracca per gli artiglieri. I resti di queste installazioni sono, almeno in parte, ancora oggi visibili.
Il 5 luglio il pezzo iniziò i primi tiri di aggiustamento contro le posizioni austria­che del M. Piana e del Rautkofel.”

​Nel nostro archivio son presenti  cinque fotografie che documentano l'arrivo e il piazzamento del 203/45 A.
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Villaggio militare di Val Marzon, giugno 1915. Si cala la bocca da fuoco sull'affusto De Stefano dotato di cingoli Buonagente.
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Villaggio militare di Val Marzon, giugno 1915. La bocca da fuoco posizionata sull'affusto De Stefano.
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Giugno 1915. Il traino del 203 verso Cason de la Crosèra.
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Cason de la Crosèra, giugno 1915. Il 203, trainato da due trattrici Pavesi-Tolotti, nei pressi della piazzola. I cingoli Buonagente verranno rimossi e il pezzo posizionato sulle apposite rotaie.
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On line l'album del S.Ten. Dante Lattanzi. 129° Rgt. Fant, Brigata Perugia

5/2/2017

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​Album del Sottotenente Dante Lattanzi del 129° Reggimento Fanteria, Brigata Perugia. L'album, composto da 12 pagine e 137 fotografie, documenta l'attività del 129° Fanteria sull'Altipiano di Asiago e sul fronte dell'Isonzo.

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S.Tenente Franco Poggi.  5a Compagnia Sussistenza

19/12/2016

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​Album contenente 70 fotografie prevalentemente eseguite a Santo Stefano di Cadore e dintorni nell'estate del 1915.
Nessuna didascalia, sia sulle pagine dell'album che al retro delle foto, ci aveva consentito di contestualizzare il materiale fotografico. 
Si ringrazia quindi Giovanni De Donà e Paolo Tonon, vicesindaco di Santo Stefano di Cadore, per le preziose informazioni circa l'esatta identificazione dei luoghi e le notizie storiche. Il nome e cognome dell'ufficiale è stato dedotto da una fotocartolina con dedica al retro che lo ritrae a cavallo. Sono attualmente in corso verifiche per averne certezza. 
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Vai all'album del S.Tenente Franco Poggi della 5a Compagnia Sussistenza
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On line l'album del Lieutenant L.D.C. Hughes del Royal Warwickshire Regiment.

15/12/2016

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L.D.C. Hughes nasce Poona (Pune), India nel 1891 e muore a Colombo, Ceylon il 25 marzo 1931. Nei periodi precedenti e successivi alla prima guerra mondiale presta servizio nel Ceylon Civil Service a Colombo, Ceylon. 2nd Lieutenant nel 1/8 Battalion del Royal Warwickshire, durante la permanenza sul fronte italiano si guadagnò una M.A.V.M. per azioni sull'Altipiano di Asiago e sul Piave. Successivamente venne decorato con la Military Cross inglese per azioni sul fronte francese.

L'album in oggetto, oltre a contenere numerose fotografie di carattere familiare, fotografie che in questa sede abbiamo deciso di non pubblicare, contiene 27 immagini riguardanti la sua carriera militare in Ceylon, Francia, Italia. Oltre alle fotografie sono inseriti alcuni documenti tra i quali il diploma per la M.A.V.M.
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Vai All'album del Lieutenant L.D.C. Hughes
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On line le fotografie aeree dell'Altipiano di Asiago realizzate dal marzo all'ottobre 1918 dal 34° Sqn., 14° Wing della R.A.F.

22/11/2016

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Il 34° Squadron si formò a Castle Bromwich, in Inghilterra, il 7 gennaio 1916 da un nucleo del 19° Squadron. Nel luglio 1916 viene trasferito in Francia come unità da ricognizione e bombardamento ed equipaggiato con apparecchi BE2 es. Nel gennaio 1917 viene riequipaggiato con il più moderno RE8 s. Trasferito in Italia il 13 novembre è a Milano, il 17 novembre a Montichiari, il 22 novembre a Verona, il 28 a Grossa, il 3 dicembre a Istrana. Dal 14 febbraio è a Marcon, il 12 marzo a Istrana, Villaverla dal 30 marzo, San Luca dal 23 ottobre, Villaverla dal 16 novembre e Caldiero dal febbraio 1919. Rientrerà in Inghilterra nel maggio 1919 per sciogliersi il 25 settembre 1919.
Durante il periodo in Italia è alle dipendenze del 14° Wing R.A.F. ed effettua numerosi voli di ricognizione sull'Altopiano di Asiago e Adriatico. Il 34° Sqn. era 
comandato dal Major Charles Blount HB fino al 28 aprile 1918 per esser poi sostituito dal Major RJ Mounsey fino al marzo 1919.

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Vai alla pagina del 34° Squadron, 14° Wing, R.A.R.
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