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Ospedale militare Seminario di Genova

31/10/2015

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Pubblicato l'album riguardante l'ospedale Militare "Seminario" di Genova.  Attrezzato nel Seminario dei Chierici di Genova, ora restaurato e sede della Biblioteca Berio, svolse la sua attività diretto dal Tenente Colonnello Prof. E. De Paoli.
L'album, composto da 56 fotografie, ne documenta l'attività nei primi due anni di guerra e venne realizzato da Mario Ceccaldi, autore delle fotografie, come omaggio al Tenente don Andrea Servetto, Cappellano militare dell'ospedale e futuro parroco di Arenzano dal 1922 al 1955, con la seguente dedica manoscritta in copertina:

" A Don A. Servetto, questo piccolo ricordo di vita unitamente vissuta nella Grande Guerra.  Affettuosamente offro. 19-XI-22"

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Vai alla pagina dell'Ospedale Militare "Seminario" di Genova
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Mostre: IL CONTE BIANCO, La Grande Guerra sugli sci di Aldo Bonacossa

20/10/2015

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
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​La Società Storica per la Guerra Bianca presenta la mostra fotografica
 
IL CONTE BIANCO
La Grande Guerra sugli sci di Aldo Bonacossa
 
In occasione del Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nella Prima guerra mondiale,
la Società Storica per la Guerra Bianca, in collaborazione con il Comune di Castellanza -
Assessorato alla Cultura e la Bottega AntonioManta, presenta al pubblico una selezione
di immagini tratte dal Fondo Bonacossa, raccolta di fotografie scattate dal conte Aldo
Bonacossa, ufficiale del Genio ed istruttore di sci del Regio Esercito, durante i corsi «skiatori
» che si tennero sullemontagne al confine fra Piemonte eValle d’Aosta fra il 1915 e il 1918.
Aldo Bonacossa, industriale tessile, pioniere dello sci, alpinista, fotografo, esploratore,
presidente del Club Alpino Accademico Italiano e della FISI, fu una delle figure
più importanti dello sport italiano nella prima metà del XX secolo.
Le immagini, di straordinario impatto visivo e di grande interesse storico, oltre a
costituire un importante corpus di vedute delle Alpi Occidentali, dal Monte Bianco al
Monte Rosa, illustrano le tecniche sci-alpinistiche di inizio secolo, le uniformi speciali
per le operazioni in alta montagna e gli equipaggiamenti in uso nel Regio Esercito
Italiano durante il primo conflitto mondiale.
L’innovativo gusto per le inquadrature, il taglio delle immagini, le luci, la scelta dei
panorami e dei soggetti rivelano in Aldo Bonacossa uno dei più importanti autori
della fotografia e del reportage della prima metà del ‘900, e fanno di questa mostra
uno straordinario appuntamento per gli appassionati di fotografia e di storia.
 
Aldo Bonacossa (1885 – 1975)
Aldo Bonacossa nacque a Vigevano il 7 agosto 1885 da una nobile e agiata famiglia di industriali
tessili della Lomellina. Recatosi a Monaco di Baviera per gli studi, conseguì due lauree al
Politecnico, impegnandosi nell’attività di famiglia e in quella di costruttore edile. Praticò attivamente
tredici sport e in particolare, sino al 1965, l’alpinismo esplorativo, lo sci e lo sci-alpinismo,
del quale fu pioniere in Italia. Formatosi giovanissimo alla scuola delle grandi guide alpine
Christian Klucker e Bortolo Sertori, realizzò oltre quattrocento prime ascensioni in montagna, in
ogni settore delle Alpi e sul Gran Sasso, legandosi in cordata con molti dei più importanti alpinisti
del suo tempo. Arrampicò anche in Austria, Germania, Pirenei, Sierra Nevada e organizzò dal 1934
al 1939 ben tre spedizioni in Sud America, effettuando prime salite di vette oltre i 5000 metri di
quota nella cordigliera delle Ande, all’epoca raggiungibile con difficoltà solo via mare.
Percorse, in svariate campagne sci-alpinistiche, tutte le Alpi dal Colle di Nava alle Alpi Giulie ed effettuò la
prima salita e discesa sci-alpinistica del Gran Sasso. Già membro dal 1906, Bonacossa fu presidente
del Club Alpino Accademico Italiano dal 1933 al 1945, socio onorario e poi vice-presidente dell’
Alpine Club inglese, socio onorario della Fèderation Internazionale de Ski e di importanti club sciistici
inglesi, primo presidente nel 1920 della neonata FISI, Federazione Italiana Sport Invernali, che
riuniva i principali sci club italiani, fra cui quello milanese, del quale fu tra i fondatori.
Allo scoppio della Grande Guerra si arruolò volontario come ufficiale del Genioma venne impiegato nel
Servizio Informazioni e poi, per la sua grande esperienza sportiva, come Istruttore ai corsimilitari di sci.
Periodo in cui scattò lamaggior parte delle fotografie presentate nellamostra.Nel 1916 accompagnò Luca
Comerio, pioniere del cinema, sul fronte dell’Adamello per riprendere le fasi della Guerra Bianca.
La profonda conoscenza delle Alpi e la sua preparazione alpinistica gli permisero di collaborare con
le maggiori riviste specializzate europee e di redigere alcune fondamentali guide alpinistiche della
collana Guida dei Monti d’Italia del CAI: Regione dell’Ortler (1915), distribuita ai militari operanti
nel settore e al pubblico nel 1919, e Masino-Bregaglia-Disgrazia (1936), che per la prima volta introdusse
l’indicazione dei gradi di difficoltà alpinistiche all’infuori delle Dolomiti.
Morì a Milano il 28 aprile 1975.
 
Il fondo fotografico
Il cosiddetto “Fondo Bonacossa” è costituito da 1052 scatti fotografici, fissati su supporti diversi.
Alla sua morte, nel 1975, Aldo Bonacossa lasciò questi scatti allo storico Luciano Viazzi, che aveva
intervistato il conte in occasione della stesura del suo volume dedicato alla Guerra Bianca in
Adamello. Viazzi, primo presidente della Società Storica per la Guerra Bianca, ha voluto donare
questo fondo all’archivio dell’Associazione che nel dicembre 2009 ha ottenuto un finanziamento dal
Ministero per i Beni e le Attività culturali per l’inventariazione, il riordino, la digitalizzazione e
l’archiviazione secondo gli standard dell’ICCD. I negativi sono in gelatina di bromuro d’argento su
supporti diversi (pellicola e lastra di vetro) e dimensioni.
Nella mostra è presentata una selezione di 90 scatti.
 
L’iniziativa rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima
guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di missione per
gli anniversari di interesse nazionale.
 
Inaugurazione
SABATO 24 OTTOBRE 2015 ore 17.00
VILLA POMINI Via don Luigi Testori, 14 - Castellanza (VA)
La mostra resterà aperta fino al 15 novembre 2015
orari: ven. - sab. 15.00 - 19.00
dom. 10.00 - 12.30 / 15.00 - 19.00
Per informazioni: tel. 333.1028128 e-mail: info@guerrabianca.it

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La Società Storica per la Guerra Bianca: conoscere per tutelare

La Società Storica per la Guerra Bianca è un’associazione culturale senza scopo di
lucro che raccoglie oltre 300 fra appassionati e studiosi in Italia e all’estero, nata nel
1993 con il fine di tutelare il patrimonio storico della Prima guerra mondiale, di tramandare
la memoria di quel conflitto alle future generazioni e di promuoverne lo
studio attraverso pubblicazioni, mostre e convegni.
Fra i primi soggetti in Italia ad occuparsi di temi come la tutela dei beni culturali relativi
alla Grande Guerra, l’archeologia dei conflitti e del paesaggio di guerra, la Società
Storica è stata tra i fautori della legge 78/2001 per la tutela dei Beni storici della Prima
guerra mondiale e della legge regionale lombarda 28/2008 per la promozione e la
valorizzazione del patrimonio storico della Prima guerra mondiale e partecipa con i
propri rappresentanti ai comitati scientifici per l’applicazione di entrambe le leggi.
Pubblica le rassegne annuali di studi Aquile in guerra e Archeologia della Grande Guerra
e una collana di monografie, i Quaderni della Società Storica.
Molti sono i convegni scientifici organizzati in proprio o in collaborazione negli oltre
vent’anni di attività: dalla pionieristica serie Memoria e futuro di un fronte dimenticato,
dedicata al collegamento fra memoria e territorio, al primo convegno italiano sull’archeologia
della Grande Guerra (Luserna, 2006), dal primo convegno italiano sul
restauro del paesaggio di guerra (Cortina d’Ampezzo, 2008) a quello sulla memoria
digitale dei Caduti (Milano, 2012).
Nel 2006 ha organizzato la mostra La guerra nella pietra, dedicata al tema dell’epigrafia
della Grande Guerra.
Grazie a due finanziamenti del MiBACT, la Società ha portato a termine il Progetto
Bonacossa, di cui la presente mostra è l’atto conclusivo, e il Progetto Tonale, in fase di
pubblicazione, che ha permesso il censimento e la catalogazione dei siti archeologici
relativi alla Grande Guerra presenti nella zona del Passo del Tonale e dintorni.
In collaborazione con altri soggetti ogni anno organizza escursioni estive sui luoghi
teatro della Grande Guerra.
Sono stati costituiti un Archivio documentale e fotografico, in cui è confluito
l’archivio dello storico Luciano Viazzi, e una Biblioteca specializzata, aperti al pubblico
su appuntamento.
La sede è aperta ogni terzo sabato pomeriggio del mese.

Per informazioni e iscrizioni:

www.guerrabianca.it
info@guerrabianca.it
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Libri

20/10/2015

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GASPARI Editore
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Andrea Vazzaz

UN ALPINO IN GUERRA.
ENEA GUARNERI DALLA CARNIA ALL’ISONZO
1915-1916

Diari e memorie della Grande Guerra
16,5x24, pp. 176
€ 18,00
ill. in b/n

​ISBN: 978-88-7541-309-5

Gli alpini piemontesi e il loro capitano Guarneri nei combattimenti in Carnia e
sull’Isonzo nel 1915 e 1916.
Enea Guarneri, milanese, allievo del Liceo Parini, medaglia d’oro, amico dello
storico Piero Pieri, è uno dei combattenti mitici della guerra. In questo primo volume
si raccontano con una ricca documentazione fotografica, i combattimenti in
Carnia e, come mitragliere, sull’Alto Isonzo.
Un diario avvincente sostenuto da oltre 200 fotografi e inedite e dalle note
biografiche di una cinquantina di alpini.

Andrea Vazzaz, appassionato ricercatore di storia e di collezionismo militare, volontario nell’8°
Reggimento Alpini, è autore con Marco Pascoli del libro, I forti del Friuli (3 edizioni).

www.gasparieditore.it


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Edizioni DBS
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1918. SUI CIELI DEL GRAPPA.

L’ultimo anno al fronte raccontato in un volume in tre lingue con 270 fotografie in gran parte inedite. 
 
13 luglio 2015 – 1918, Monte Grappa: l’ultimo anno al fronte raccontato dall’alto, dai piloti della k.u.k. Fiegerkompagnie 66, la 66a Imperiale e regia Compagnia Aviatori.

270 foto in gran parte inedite emerse dall’archivio privato della famiglia del tenente ungherese György Nagy-Józsa e pubblicate ora da Edizioni DBS nel libro “1918. Sui cieli del Grappa”. Il volume, curato dallo storico Marco Rech, è interamente in tre lingue – italiano tedesco e ungherese – ed è introdotto dai saggi dello stesso Rech sull’attività delle truppe di aviazione imperiali e regie e di Gerald Penz, tra i massimi esperti in Austria della storia del volo nel primo conflitto mondiale. A lui – spiega Rech - si deve la redazione della storia completa della 66a compagnia aviatori sul campo di aviazione “Alle Venture” di Feltre, al tempo polo strategico perché a stretto ridosso della prima linea.

I protagonisti assoluti della pubblicazione sono però gli scatti fotografici, valorizzati dalla scelta per il libro del formato ad album 21 x 30. Una raccolta di testimonianze – iconografiche e documentali - preziosa per testimoniare azioni belliche  ma anche paesaggi e luoghi oggi perduti , e la quotidianità sospesa di ragazzi la cui vita era fragile come le ali di tela dei loro aeroplani.
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Sfogliando le pagine il lettore troverà molte sorprese. A citarne alcune è lo stesso Rech nell’introduzione all’opera: “Vedere il paesaggio arcaico completamente coltivato, pochi alberi e coltivazioni fino in quota; sapere che qui c’era tanta gioventù che rischiava ogni giorno di morire; l’osservare i tanti funerali, le tombe al cimitero civile…. E gli aerei!!! E poi Feltre… in tanti luoghi ancora uguale, mentre, in altri, la si vede incredibilmente diversa da ora. Mai però mi sarei aspettato di ritrovare in foto la terribile “sìmia dal culpelà”, la scimietta, mascotte degli aviatori austroungarici, che inseguiva la banda dei monellacci, i quali la prendevano spesso pesantemente in giro, quando era legata, e che a qualcuno morse il sedere. Alla fine dell’azione, la scimietta, paga della solenne vendetta, rientrò “alla base”. La scena è descritta nel libro “Memorie dell’anno della fame” di Giacomo Carniel, allora ragazzo di 10 anni. Ma le sorprese saranno ancora molte e notevoli per tutti coloro che avranno la possibilità di avere questo libro davanti agli occhi. La parte scritta si è limitata ad un sunto schematico degli avvenimenti che hanno fatto entrare Feltre nella storia pionieristica dell’aviazione di guerra”.
 
Marco Rech (a cura di), 1918. Sui cieli del Grappa, Edizioni DBS, 2015. € 13 EAN 88899369149

​www.edizionidbs.it

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Edizioni Gino Rossato
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ANDREA VOLLMAN
FRANCESCO BRAZZALE
 
GRANDE GUERRA
FRANCESISULL’ALTOPIANO
DEI SETTE COMUNI
 
Pagine 168
Fotografie 145 - Cartine 5
Formato 17x24
Legatura in brossura
ISBN 978-88-8130-128-7
€ 19,00
 
 “Quando il ciclista mi ha detto: ‘Poulot, partiamo per l’Italia’, ero contento anche se non era la contentezza
che avevo prima di sapere che saremmo andati. Dopo tante dicerie, ora ci andiamo veramente.
Ci vorranno almeno tre settimane per raggruppare i soldati, ma questo tempo senza sentir
fischiare gli obici non può dispiacere a un onest’ uomo.
Sarà un cambiamento, le trincee dell’Argonne, della Champagne e delle Fiandre in fondo sono tutte
uguali e vedremo dunque qualcosa di nuovo. Non sono nemmeno dispiaciuto di poter assaggiare il
vino di quella terra. Forse sarà migliore e in ogni caso a un prezzo inferiore al nostro.”
E quando si dice che l’Italia è il più bel paese al mondo (dopo la Francia!) staremo a vedere.
 
L’emblematica figura di Poulot testimonia l’enigma esistenziale del singolo “gettato nella Storia”, di cui
una guerra è il caso limite. Il fante-contadino, nerbo dell’Esercito Francese, vestito dell’uniforme color
Bleu Horizon, con il suo bagaglio di pregiudizi e saggezza, mette piede in Italia per aiutare l’alleato in
difficoltà dopo Caporetto, nell’ultimo anno di guerra.
Dal Monte Tomba al Grappa e poi sull’Altopiano dei Sette Comuni nel saliente di Pennar, a Zocchi,
Bertigo, Sisemol, Camporossignolo e per molti il cimitero di Conco; nomi di luoghi che rappresentarono,
allora, una parte di un tragico e titanico scontro fra nazioni. Dopo “Britannici sull’Altopiano dei
Sette Comuni”, Vollman e Brazzale concludono la ricerca storica e umana sulla presenza delle forze
Anglo-Francesi in Italia durante la Prima Guerra Mondiale.
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www.edizionirossato.it
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News.  Feldjägerbattaillons Nr.8.

3/10/2015

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In corso di digitalizzazione un piccolo album appartenuto ad un anonimo ufficiale del Feldjäger Bataillon Nro. 8. 
L'album, composto da 76 fotografie di piccolo formato, inizia la narrazione dal maggio 1918 documentando l'attività sul fronte dell'Adamello fino all'armistizio dove l'ufficiale viene internato nei campi di raccolta di Condino, poi inviato in prigionia a Pizzighettone ed infine a Genova. 
​L'ufficiale farà rientro in patria nell'agosto del 1919.
​

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