Grande Guerra Photo Archive
  • Home
  • ARCHIVIO
  • BLOG
  • LINKS
  • AREA RISERVATA
  • CONTATTI

21 dicembre 1915. Il Lloyd C.II 42.11 del Leutenant Yuri Kraigher

7/5/2017

0 Comments

 
 Una delle cose  che più ci rapiscono quando si fa ricerca storica legata agli avvenimenti della prima guerra mondiale è la scoperta. La conoscenza di storie, persone e fatti partendo da semplici fotografie. E' come se ci si stesse confrontando con le persone coinvolte in questi eventi, oggetto di queste fotografie. E allora vedi il loro volto mentre leggi di loro....come se si stesse entrando nella loro vita attraverso una speciale porta del tempo.
Oggetto di questo post sono dieci fotografie provenienti dall'album del Tenente Carlo Simonetti del 162° Reggimento Fanteria, Brigata Ivrea, Reggimento stanziato sull'Altipiano di Asiago nell'inverno 1915 - 1916. Gli unici riferimenti erano il luogo, un aereo austriaco e una didascalia riportante una data.

Le foto ci raccontano di un aereo austriaco intatto, un Lloyd C.II,  a terra e circondato da militari italiani. Questa piccola serie di foto documenta, per quanto è possibile capire dalle varie didascalie al retro, la cattura e successivo smontaggio di questo aereo. La didascalia sull'album così recita: "Un apparecchio  austriaco precipitato nei pressi di Gallio e catturato dalle nostre truppe", al retro delle foto la data "21 novembre 1915".
Da qui siamo partiti, contattando esperti e sfruttando le potenzialità del web, per raccogliere informazioni e raccontare una storia.
La storia del Leutenant Jurij Kraigher, pilota del Lloyd C.II 42.11 della Flik 7.


Jurij Kraigher nasce a Hraščah, frazione del comune di  Postojni in Slovenia ( attuale Crastie del comune di Postumia) il 3 aprile 1891. Settimo figlio di Tončki Doles Kraigher e del suo secondo marito Jurija Kraigherja.Dopo la morte prematura del padre, avvenuta nel 1894, viene allevato dalla madre e dagli zii dai quali assorbe il sentimento patriottico sloveno e anti monarchico teso ad affermare l’unificazione e indipendenza di tutte le nazioni slave meridionali.
Inviato a Lubiana frequenta la scuola secondaria per poi iscriversi alla scuola tecnica superiore a Vienna. Qui frequenta il movimento clandestino di rinascita che aveva come obiettivo il rovesciamento della monarchia Asburgica e il panslavismo. A Vienna incontra i primi costruttori d’aeroplani e si innamora del volo. Finiti gli studi lavora per un breve periodo in Germania nel settore aeronautico per poi rientrare allo scoppio della guerra.  Arruolato nell'esercito Austroungarico Il suo reggimento venne inviato a sud dell’Erzegovina ma la sua intenzione era quella di diventare pilota dell’aviazione austriaca per poi disertare e unirsi alle forze russe sul fronte galiziano. Quando però riuscì a diventare pilota della stessa i suoi superiori preferirono assegnarlo all'addestramento dei piloti e non come pilota da caccia.
Quando nel maggio del '15 l’Italia entrò in guerra Kraigher fece diverse domande per essere assegnato come pilota su quel fronte, domande che vennero ripetutamente respinte. Nel settembre del 15 finalmente la sua domanda venne accettata e venne assegnato alla Kuk Fliegerkompagnie Nr. 7 (Flik 7) , comandata dal Colonnello Nikolaus von Wagner, a Pergine. Le sue intenzioni di diserzione continuarono ma volando su un biposto con compiti di ricognizione/bombardamento ed avendo sempre con lui un osservatore di grado superiore non poteva portare a termine il suo intento.
Nel frattempo Kraigher mette a punto un sistema per aumentare l’efficacia e la portata di bombardamento del Lloyd alloggiando uno speciale scivolo nel posto dell’osservatore.  Successive prove di bombardamento con quel sistema diedero buoni risultati colpendo favorevolmente il colonnello Wagner.  Kraigher suggerì allora al colonnello di bombardare Asiago ma questi non acconsentì comandando invece il bombardamento della stazione ferroviaria di Fondu. A questo punto Kraigher, volando senza osservatore, ha finalmente l’opportunità di portare a termine il suo intento. Decolla da Pergine e con tutto il carico di bombe intatto atterra su un prato nei pressi di Gallio consegnandosi agli italiani. Qui chiede di essere inviato a Salonicco per unirsi ai volontari serbi ma la sua richiesta non viene accettata. La politica Italiana di quel tempo non voleva infatti favorire il rafforzamento dei serbi nei Balcani sapendo che si stava preparando la creazione di un nuovo stato che sarebbe potuto diventare ostile.  Fu così che venne trattato come un semplice prigioniero di guerra ed inviato nei campi di prigionia di Savona, Udine, San Remo ed infine a Nocera Umbra. Venne rilasciato il 6 dicembre 1918, imbarcato a Bari assieme ad 300 altri prigionieri e inviato a Salonicco, il posto che, ironia della sorte, avrebbe voluto raggiungere al momento  della sua diserzione.  Dopo la guerra si unì brevemente al nuovo servizio aereo jugoslavo. Non soddisfatto per il trattamento ricevuto in qualità di ex pilota austriaco emigrò negli stati uniti nel 1921 imbarcandosi a Trieste.
Il successivo periodo americano lo vede operaio alla catena di montaggio della Curtiss Wright, pilota su voli commerciali , sui voli di linea della Pan Am appena costituita. Inventa dispositivi aeronautici, stabilisce record di velocità su aerei passeggeri fino a diventare, nel 1941, direttore tecnico della Pan Am Africa. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruola volontario e come tenente colonnello  viene assegnato al  trasporto aereo pesante atto a rifornire le basi aeree alleate in Inghilterra. Partecipò poi all'organizzazione, effettuando personalmente numerosi voli, di ponti aerei in Jugoslavia dall'Italia per recuperare gli aviatori americani salvati dai partigiani di Tito.
Nel '47 lascia l'esercito, lavora nel campo dei rilievi aerofotogrammetrici, poi amministratore delegato e direttore generale del dipartimento aeronautico presso l'azienda Arabien Oil Co a New York e a Dahranu in Arabia Saudita. Nel '57 va in pensione rimanendo comunque consulente per la stessa ditta.  Si ritira definitivamente nella sua tenuta nei pressi di Litchfield, nel Connecticut, dedicandosi all'allevamento di cavalli. Qui morirà il 17 settembre 1984 all'età di 93 anni.


Passiamo alle fotografie contenute nell'album
Foto
L'aereo sorvegliato dai Carabinieri e guardie armate.
Foto
L'aereo osservato da militari italiani. Si può distintamente osservare la struttura per lo sgancio delle bombe inserita al posto dell'osservatore.
Foto
Ufficiali italiani osservano l'aereo. Con la croce è indicato Jiurij Kraigher.
Foto
Foto
Si comincia a rimuovere il carico bellico.
Foto
Continua il lavoro di rimozione sotto lo sguardo di ufficiali italiani e di Jurij Kraigher indicato dalla linea nera.
Foto
I primi ordigni vengono rimossi.
Foto
Le bombe sono rimosse e distese a terra sorvegliate da due guardie armate. A sinistra, seduto, l'autore dell'album Tenente Carlo Simonetti.
Foto
Smontato l'aereo si provvede al trasferimento della fusoliera.
Foto

La notizia viene riportata anche in Francia tramite il giornale "Le Miroir" n°117 del 1916. La data e l'indicazione del luogo, Gorizia, sono evidentemente errati.  Nella prima fotografia Kraigher è indicato ai piedi con una croce. ​

Foto
Foto
Fonte: www.theaerodrome.com

​

Foto
Jurij Kraigher davanti ad un Lloyd C. nel gennaio 1915
Fonte: Wikipedija

Foto
Kraigher, a sinistra, ai comandi di un aereo da trasporto americano nel 1944.
Fonte: Carolyn Yeager

​

Altre fonti consultate: Wikiwand
0 Comments

Il Cannone da 203/45 A 1897 di Cason de la Crosèra in Val d'Ansei

18/3/2017

2 Comments

 
Dal libro:
Tra fronte e retrovie.  All'ombra delle Tre Cime.  I servizi logistici nella Grande Guerra.
Walter Musizza, Giovanni De Donà, Giuseppe Teza
Edizioni DBS, 2014
​
“Allo scoppio del conflitto, come ben noto, molti pezzi di artiglieria di grosso calibro della difesa costiera furono destinati ai parchi d'assedio dei vari Corpi d'Armata.
Così a partire dal mese di giugno 1915 anche al IV C. d' A. operante in Cadore furono inviati numerosi obici e mortai, "artiglierie ultrapotenti", per battere le opere permanenti austriache. In particolare nell'alta Val d'Ansei, nella zona di Misurina e Tre Croci, furono posizionati dunque alcuni obici da 305/17, da 280 A e da 210 G, ma il più famoso è senz'altro il cannone piazzato a Cason de la Crosèra, le cui immagini fecero davvero il giro del mondo, comparendo su diversi giornali e riviste dell'epoca (ad es. "The National Geographic Magazine", voi. XXXII, n.l, luglio 1917). In prossimità del villaggio militare fu infatti posizionato un grande cannone da 203/45 A 1897 su affusto a ruote De Stefano. Il calibro era di 203 mm, la canna aveva una lunghezza di 45 calibri, la bocca da fuoco pesava kg 21.000, il peso to­tale "in batteria", comprensiva cioè di bocca da fuoco e affusto, era di Kg 42.810. Il pezzo poteva sparare ad una distanza minima di 3.400 metri e massima di 14.200 metri una granata semi-perforante in acciaio del peso di kg 114,600, caricata con kg 6,050 di trotyl, con spoletta posteriore a percussione F.K.S. 1909. Oppure, in alternativa, una granata perforante in acciaio del peso di kg 115.895, caricata con kg 4,590 di trotyl, spoletta posteriore a percussione F.K.S. 1915', o ancora una granata in acciaio del peso di kg 116,230, caricata con kg 6,625 di trotyl, spoletta posteriore a percussione F.K.S. 911 o F.K.2S.911. i II cannone arrivò a Calalzo, via ferrovia, nel giugno del 1915 e, messo su speciali carrelli muniti di cingoli "Buonagente", giunse in Val d'Ansei trainato dalle au­totrattrici del IV Parco di Tornede.
La piazzola per ospitarlo fu ricavata di fronte al villaggio militare di Cason de la Crosèra, presso il ponte che scavalca il Rio di Val Marzon. Una cinquantina di metri più indietro, sulla destra della strada, furono realizzati il piano di scarico, i depositi per le granate e le polveri, in casematte a prova di bomba, nonché una baracca per gli artiglieri. I resti di queste installazioni sono, almeno in parte, ancora oggi visibili.
Il 5 luglio il pezzo iniziò i primi tiri di aggiustamento contro le posizioni austria­che del M. Piana e del Rautkofel.”

​Nel nostro archivio son presenti  cinque fotografie che documentano l'arrivo e il piazzamento del 203/45 A.
​
Foto
Villaggio militare di Val Marzon, giugno 1915. Si cala la bocca da fuoco sull'affusto De Stefano dotato di cingoli Buonagente.
Foto
Foto
Villaggio militare di Val Marzon, giugno 1915. La bocca da fuoco posizionata sull'affusto De Stefano.
Foto
Giugno 1915. Il traino del 203 verso Cason de la Crosèra.
Foto
Cason de la Crosèra, giugno 1915. Il 203, trainato da due trattrici Pavesi-Tolotti, nei pressi della piazzola. I cingoli Buonagente verranno rimossi e il pezzo posizionato sulle apposite rotaie.
Foto
2 Comments

129° Reggimento Fanteria, Brigata Perugia.  Un album disastrato.

22/3/2016

7 Comments

 

​Ci è stato affidato un album di un Sottotenente del 129° R.F. per il restauro e digitalizzazione. Il suddetto, appena terminati i lavori, verrà inserito sul nostro sito. L'album si presenta purtroppo in condizioni precarie. Nel corso del tempo ha sicuramente subito un contatto con l'acqua provocando grossi problemi. Quasi tutte le foto presentano un sensibile sbiadimento e questo sarebbe il meno, diverse di esse infatti sono incollate fra loro, gelatina contro gelatina, e alcune si sono strappate in parte lasciando frammenti del proprio strato sensibile attaccato ad altre foto. Le pagine sono ondulate. Per ogni fotografia l'autore aveva compilato in inchiostro nero una didascalia che ha retto il contatto con l'acqua, così non è stato purtroppo per dei versi in inchiostro rosso scritti tra una fotografia e l'altra. Alcuni di questi versi si sono infatti dissolti spandendosi e macchiando pagine e fotografie.  
​
Foto
Foto
Foto
Foto

Per le fotografie incollate tra loro abbiamo proceduto al distacco a secco delle due foto dal supporto procedendo con delicatezza.

​
Foto
Le due piccole foto (4 x 6 cm) incollate tra loro ancora attaccate alla pagina.
Foto
Separate dalla pagina ma ancora incollate tra loro.
Foto

Si è poi proceduto ad immergere le due foto in acqua distillata tiepida e imbibente. Contemporaneamente con un pennellino morbido si è provveduto a pulire i due retri dai residui di colla e carta del supporto. L'immersione va sempre seguita visivamente senza mai forzare il distacco. In questa fase la gelatina è molto delicata e va evitato il contatto con strumenti appuntiti che potrebbero danneggiarla irrimediabilmente.
​
Foto
Le due copie immerse in acqua distillata tiepida e imbibente.

​Dopo pochi minuti le due fotografie cominciano a distaccarsi e possono essere separate delicatamente.
​
Foto

Una volta separate le abbiamo immerse brevemente in acqua distillata pulita per rimuovere residui di polvere, carta, colla.
Fatto questo le abbiamo prelevate senza mai toccare la gelatina e le deposte tra due fogli di carta assorbente puliti per rimuovere l'eccesso d'acqua.
​
Foto
Foto

​Successivamente le abbiamo asciugate utilizzando una smaltatrice rotativa a bassa temperatura. Utilizziamo questo metodo per ottenere le fotografie asciugate e perfettamente spianate. Se le avessimo lasciate asciugare all'aria si sarebbero accartocciate e arrotolate su se stesse.
Prima di farle passare nella smaltatrice le interponiamo tra due fogli di carta da forno. Questo per evitare che residui di colla le facciano aderire in asciugatura al rullo smaltato.
​
Foto
Le due fotografie tra i fogli di carta da forno
Foto
Foto
Inserimento del sandwich nella smaltatrice.
Foto
In uscita dalla smaltatrice dopo alcuni minuti.

Ed ecco le due fotografie recuperate con il contrasto e tono originale.
​
Foto
Foto

Le stesse dopo la post produzione digitale per recuperarne, per quanto possibile, la leggibilità.
​Ci siamo limitati ad una correzione dei contrasti e toni ma volendo è possibile migliorarle ulteriormente eliminando segni, puntini e strappi.
​
Foto
Foto

Abbiamo così recuperato le due fotografie che possono ora essere riposizionate nell'album. Nella prima abbiamo dei fanti che si esercitano con la Villar Perosa e nella seconda un capitano e un sottotenente a colloquio.

​
7 Comments

Cronologia di un restauro digitale...e non solo.

24/12/2015

0 Comments

 
 Stiamo lavorando su alcuni album che ci sono stati affidati per la digitalizzazione, restauro, catalogazione e ricerca storica.
Detti album appartenevano ad un ufficiale alpino e documentano la sua carriera militare svoltasi durante la prima e seconda guerra mondiale.
Durante la lavorazione, ancora in corso, in una pagina di detti album ci siamo imbattuti in un bel ritratto di un Sottotenente cui il nome non risultava trascritto in nessuna didascalia rimanendo quindi anonimo. L'unico dato disponibile era il reggimento, il 3°, desunto ingrandendo a monitor il fregio del cappello.
​
Immagine

Ad una prima analisi della fotografia era chiaro che la stessa non avrebbe dato risultati accettabili procedendo con una normale scansione. La fotografia presentava infatti il tipico effetto di "argentatura" causato dalla risalita degli alogenuri d'argento verso la superficie della stampa. Tale difetto, causato dalla conservazione in ambienti umidi, rende praticamente impossibile una corretta lettura delle zone scure utilizzando tecniche di riproduzione tradizionali a causa dei riflessi provocati dalle fonti d'illuminazione. Qui sotto il risultato ottenuto in scansione.
​
Immagine

​Come ben si evince da questa immagine tale "argentatura" rende impossibile qualsiasi tentativo di riproduzione tradizionale sia esso uno scanner o una fotocamera digitale. Si è optato quindi per una riproduzione fotografica con fotocamera digitale ad alta definizione ma utilizzando tecniche particolari d'illuminazione messe a punto grazie all'esperienza acquisita nel corso degli anni. L'immagine sottostante, effettuata come sopra descritto, mostra la totale scomparsa di qualsiasi riflesso con conseguente ottima leggibilità dei dettagli in qualsiasi zona della fotografia. 

Immagine
 
Successivamente si è passati alla rimozione dei segni, graffi, mancanze e puntini su tutta la superficie e a ristabilire corretti valori di luminosità e contrasto nonché alla conversione in bianco/nero mantenendo il file sempre in valori RGB.
​
Immagine

​A questo punto il lavoro potrebbe dirsi terminato. Vi è però la possibilità di ulteriori interventi quali il ristabilire il valore tonale leggermente seppiato dell'originale o spingendosi fino alla colorazione dell'immagine seguendo i dati uniformologici del periodo. Le immagini sottostanti mostrano appunto questi interventi.
​
Immagine
Immagine

Generalmente gli album venivano assemblati dopo il termine della guerra.  Le fotografie scattate venivano fatte stampare in varie occasioni, al termine della guerra, quando si andava in licenza o durante i turni di riposo. Spesso si trascriveva al retro, a volte anche sul fronte,  una didascalia per ricordarsi dei luoghi o delle persone. Didascalie che, quando presenti, risultano fondamentali per una corretta collocazione temporale del soggetto o a dare un nome ai soggetti o luoghi ripresi. Nel comporre gli album la didascalia al retro veniva spesso riportata, totalmente o parzialmente , sotto la fotografia ma nella peggiore delle ipotesi non veniva trascritta affatto sparendo così definitivamente alla vista.
Questa foto in particolare ci ha fatto pensare che potesse conservare al retro, imprigionata tra la stampa, la colla e la pagina dell'album, una didascalia o una scritta. Inoltre il formato e lo spessore robusto della stampa ci induceva a pensare fosse una fotocartolina spedita. Cartoline che spesso finivano poi attaccate alle pagine dell'album.
In accordo con la proprietà degli album si è deciso quindi di tentarne il distacco. La speranza era di trovare il dato che potesse dare un nome a questo bel Sottotenente. In questo caso si è verificato che un distacco meccanico avrebbe danneggiato irrimediabilmente il retro della foto perdendo così la possibilità di recuperare l'eventuale scritta.  Si è deciso quindi di procedere in umido, immergendo cioè la pagina in acqua distillata tiepida il tempo necessario per ammorbidire la colla e seguendo costantemente a vista il procedere dell'immersione. Nel corso della nostra esperienza abbiamo proceduto al distacco in umido di centinaia di fotografie recuperando importanti dati storici. Se il procedimento viene eseguito con le opportune cautele e attenzioni nulla verrà danneggiato. Nelle centinaia di  fotografie trattate da noi in questo modo non abbiamo mai riscontrato danni alle foto, alle pagine degli album o sparizione di scritte, fossero a matita o inchiostro.

Nel caso del nostro Sottotenente le nostre sensazioni si sono fortunatamente rivelate esatte. Al retro è infatti comparsa una dedica ad altro ufficiale con tanto di firma. Tale dedica ci ha consentito di recuperare dati che, per chi fa ricerca storica, sono fondamentali e in un certo senso fanno riemergere dall'oblio il volto e la storia del SottoTenente. Le informazioni ci portano quindi a conoscenza che il Sottotenente si chiamava Paolo Cosso ed era inquadrato nella 82a compagnia del  Battaglione Monte Granero, 3° Reggimento Alpini.
Purtroppo la foto venne a suo tempo rifilata e, come si nota nella parte inferiore del retro, venne tagliata via una scritta che probabilmente indicava luogo e data.
La dedica così recita:

"Coi migliori auguri di
buona fortuna al
carissimo ex comandante
della nostra bella 82a e
con affetto sincero.

S.Ten. Cosso Paolo"
​
Immagine

Il Sotto Tenente Cosso Paolo nasce a Pinerolo il  7 aprile 1899.
Con decreto luogotenenziale del 3 gennaio 1918 fu decorato con una M.A.V.M.  con la seguente motivazione:

"Comandante di un plotone, sotto il violento fuoco dell'artiglieria e fucileria nemiche, riordinava il proprio reparto e lo trascinava a rinforzo della prima ondata, fin sulla trincea avversaria, occupandola. Durante un contrattacco del nemico in forze, incitava poi con la voce e l'esempio i propri dipendenti alla resistenza. Ferito, non si ritirava che a combattimento ultimato. - Colletta Vodice, 19 maggio 1917."

Lo stesso giorno, il 17 maggio, venne ferito anche il fratello Cesare, aspirante ufficiale, e viene decorato con M.A.V.M. con decreto luogotenenziale dell'11 aprile 1918:

"Durante un attacco alle posizioni nemiche, benchè ferito, non volle abbandonare il comando del proprio plotone, finchè, ferito per la seconda volta, dovette abbandonare la trincea occupata per recarsi al posto di medicazione. - Monte Vodice, 19 maggio 1917."

Muore a Diano Marina il 24 novembre 1984

Le ricerche sono ancora in corso ma i dati finora raccolti ci portano a pensare che i due fratelli Cosso fossero nello stesso reggimento, forse lo stesso Battaglione e vennero feriti quasi sicuramente durante la stessa azione.
0 Comments

Pugnale "Manico di Lima". Quando fu adottato?

9/4/2013

1 Comment

 
Su tutti i libri che parlano di lame e in particolar modo di quelle adottate dagli arditi del Regio Esercito, il pugnale cosiddetto "Manico di Lima" viene descritto come di secondo e terzo tipo attribuendone l'adozione sul finire della guerra.
L'attribuzione è quindi ormai diventata, per i cultori della materia, come cosa assodata, un punto fermo.
Tutto questo almeno fino a quando non emergano prove documentali e fotografiche certe che dimostrino il contrario.
Nei nostri archivi è presente l'album fotografico di Edmondo Zavattari, Tenente del 19° Reggimento Cavalleggeri Guide.
L'album documenta il periodo di appiedamento di tale reggimento avvenuto dal 22 maggio 1916 al 19 gennaio 1917. In particolare le fotografie, ben descritte da precise didascalie, sono state effettuate in un arco di tempo che va da giugno a novembre del 1916.
In 6 di queste fotografie diversi militari appaiono col manico di lima in cintura.  Dette foto hanno didascalie tra il maggio e l'agosto 1916.  Appare quindi evidente come, stante a queste foto, l'adozione di questo tipo di lama da parte del R.E. sia da retrodatare di parecchio.
A voi le foto con i particolari....e a voi le considerazioni.
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
1 Comment

    Autori

    Paolo
    Achille
    Marco


    Archivio

    August 2021
    September 2020
    December 2019
    September 2019
    August 2019
    March 2019
    December 2018
    October 2018
    May 2018
    April 2018
    March 2018
    November 2017
    May 2017
    April 2017
    March 2017
    February 2017
    December 2016
    November 2016
    October 2016
    August 2016
    April 2016
    March 2016
    February 2016
    December 2015
    October 2015
    August 2015
    July 2015
    January 2015
    October 2014
    December 2013
    November 2013
    April 2013
    March 2013
    February 2013
    January 2013


    Categorie

    All
    Approfondimenti
    Dal Nostro Archivio
    Libri
    Mostre
    News
    Uso Del Sito


    Enter your email address:

    Delivered by FeedBurner

    RSS Feed

Immagine
 © 2021  Grande Guerra Photo Archive.  
Tutti i contenuti e fotografie presenti nel sito sono, salvo diversamente specificato, di proprietà degli autori del sito. Ne è pertanto vietato l'uso indebito e non autorizzato in qualunque forma e mezzo.