Grande Guerra Photo Archive
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129° Reggimento Fanteria, Brigata Perugia.  Un album disastrato.

22/3/2016

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​Ci è stato affidato un album di un Sottotenente del 129° R.F. per il restauro e digitalizzazione. Il suddetto, appena terminati i lavori, verrà inserito sul nostro sito. L'album si presenta purtroppo in condizioni precarie. Nel corso del tempo ha sicuramente subito un contatto con l'acqua provocando grossi problemi. Quasi tutte le foto presentano un sensibile sbiadimento e questo sarebbe il meno, diverse di esse infatti sono incollate fra loro, gelatina contro gelatina, e alcune si sono strappate in parte lasciando frammenti del proprio strato sensibile attaccato ad altre foto. Le pagine sono ondulate. Per ogni fotografia l'autore aveva compilato in inchiostro nero una didascalia che ha retto il contatto con l'acqua, così non è stato purtroppo per dei versi in inchiostro rosso scritti tra una fotografia e l'altra. Alcuni di questi versi si sono infatti dissolti spandendosi e macchiando pagine e fotografie.  
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Per le fotografie incollate tra loro abbiamo proceduto al distacco a secco delle due foto dal supporto procedendo con delicatezza.

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Le due piccole foto (4 x 6 cm) incollate tra loro ancora attaccate alla pagina.
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Separate dalla pagina ma ancora incollate tra loro.
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Si è poi proceduto ad immergere le due foto in acqua distillata tiepida e imbibente. Contemporaneamente con un pennellino morbido si è provveduto a pulire i due retri dai residui di colla e carta del supporto. L'immersione va sempre seguita visivamente senza mai forzare il distacco. In questa fase la gelatina è molto delicata e va evitato il contatto con strumenti appuntiti che potrebbero danneggiarla irrimediabilmente.
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Le due copie immerse in acqua distillata tiepida e imbibente.

​Dopo pochi minuti le due fotografie cominciano a distaccarsi e possono essere separate delicatamente.
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Una volta separate le abbiamo immerse brevemente in acqua distillata pulita per rimuovere residui di polvere, carta, colla.
Fatto questo le abbiamo prelevate senza mai toccare la gelatina e le deposte tra due fogli di carta assorbente puliti per rimuovere l'eccesso d'acqua.
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​Successivamente le abbiamo asciugate utilizzando una smaltatrice rotativa a bassa temperatura. Utilizziamo questo metodo per ottenere le fotografie asciugate e perfettamente spianate. Se le avessimo lasciate asciugare all'aria si sarebbero accartocciate e arrotolate su se stesse.
Prima di farle passare nella smaltatrice le interponiamo tra due fogli di carta da forno. Questo per evitare che residui di colla le facciano aderire in asciugatura al rullo smaltato.
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Le due fotografie tra i fogli di carta da forno
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Inserimento del sandwich nella smaltatrice.
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In uscita dalla smaltatrice dopo alcuni minuti.

Ed ecco le due fotografie recuperate con il contrasto e tono originale.
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Le stesse dopo la post produzione digitale per recuperarne, per quanto possibile, la leggibilità.
​Ci siamo limitati ad una correzione dei contrasti e toni ma volendo è possibile migliorarle ulteriormente eliminando segni, puntini e strappi.
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Abbiamo così recuperato le due fotografie che possono ora essere riposizionate nell'album. Nella prima abbiamo dei fanti che si esercitano con la Villar Perosa e nella seconda un capitano e un sottotenente a colloquio.

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Due fotografie, Firenze, Lt Commander Hutchinson e L'H.M.S. Hope.

3/3/2016

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Durante la digitalizzazione di un album ci siamo imbattuti in due fotografie di grande formato che ritraggono marinai inglesi a Firenze. L'unica informazione disponibile, oltre all'evidenza del luogo, era la presenza del timbro a secco dello studio fotografico che scattò le foto, F. Alvino di Firenze. Analizzando le foto a monitor,  grazie al grande formato e all'ottima nitidezza delle medesime, siamo riusciti a estrapolare ulteriori dati. Dal berretto dei marinai abbiamo ricavato il nome dell'unità su cui erano imbarcati, l'H.M.S. Hope. Dalla seconda fotografia siamo riusciti a stabilire una data grazie ad un manifesto attaccato sulla vetrina  dietro al reparto schierato.  La prima frase del manifesto così recita:

"UN SALUTO INGLESE AI VALOROSI ITALIANI.
In questo giorno memorabile, terzo anniversario dell'entrata
in guerra dell'Italia, contro il comune nemico, noi inglesi mandiamo
un saluto di amicizia e di ammirazione ai combattenti italiani e a
tutto il popolo italiano."

Siamo quindi al 24 maggio 1918. Grazie a questi ulteriori dati e al loro incrocio siamo riusciti a raccontare la storia di queste fotografie e dei loro protagonisti.

La H.M.S. Hope era un destroyer appartenente alla classe Acorn.  Della classe Acorn, rinominata H class dal 1913, vennero costruite 20 unità dal 1909 al 1911. Tre di queste vennero perdute in combattimento durante la Prima guerra mondiale. Tutti i 20 destroyer vennero inquadrati nella 2nd Destroyer Flotilla e alcune di esse vennero inviate nel Mediterraneo.
LA H.M.S. Hope venne costruita nei cantieri Swan Hunter & Wigham Richardson con sede a Wallsend nel 1909, varata il 6 settembre 1910 e completata nel marzo 1911. Nel febbraio 1920 venne venduta per lo smantellamento.
Lunga 75,13 mt con dislocamento di 869 tonnellate a pieno carico, raggiungeva i 27 nodi (circa 50 Km/h). Con un equipaggio di 72 uomini era armata da due cannoni da 4 inch (102mm), due da 12 pounder (76 mm), un cannone antiaereo da 3 pounder (47 mm), due tubi lanciasiluri da 21 pollici (553 mm) e cariche di profondità.


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H.M.S. Cameleon, gemella della H.M.S. Hope

​Ma torniamo alle nostre fotografie. Facendo ricerche scopriamo che il 23 marzo 1918 la Hope, mentre  si trovava nei Dardanelli, entrò in collisione con la H.M.S. Arno. La Arno, costruita nel 1914 dall'Ansaldo di Genova per la marina portoghese e acquistata nel 1915 dalla Royal Navy britannica, ebbe la peggio e affondò mentre la Hope, in grado di navigare, giunse  a Livorno per le riparazioni.  
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H.M.S. Arno nel 1915
Le ricerche in internet ci rivelano anche il nome del comandante che appare nelle nostre fotografie. Si chiamava Colin Alexander Gordon Hutchinson che col grado di Lt Commander assunse il comando della Hope il 6 agosto del 1917 per conservarlo fino al termine della guerra. Quasi sicuramente quindi, durante il periodo delle riparazioni, l'equipaggio e il comandante della Hope vennero inviati a Firenze per celebrare il terzo anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia.

La prima fotografia ritrae l'equipaggio schierato in presentat arm. Sullo sfondo il Palazzo Vecchio, all'incrocio di Via della Ninna e Piazzale degli Uffizi.
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La seconda li ritrae schierati davanti alla Loggia de Rucellai. La scelta di questa location non era casuale. Nel 1917 infatti la Loggia de Rucellai era sede del British Institute of Florence. Il British Institute fu fondato proprio nel 1917 da un gruppo di anglo-italiani che intendevano contrastare a Firenze il partito che simpatizzava per la Germania durante la prima guerra mondiale e promuovere la cultura italiana tra i politici inglesi.
​Fu il primo degli istituti culturali britannici a operare al di fuori dal Regno Unito e fu preso a modello alla nascita del British Council nel 1934. L'istituto è tutt'ora attivo, non più alla Loggia de Rucellai ma presso il Lungarno Guucciardini e Piazza Strozzi.
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Loggia de Rucellai oggi.

​Analizziamo nel dettaglio questa seconda fotografia. Al centro, avanti a tutti, il Lt Commander Hutchinson. I marinai schierati sono tutti dotati del fucile Lee-Metford. Alcuni portano al braccio destro il fregio di specialità. Quasi tutti hanno una bandierina italiana infilata nella giubba o sul berretto, altri un fiore sul berretto. Probabilmente donati loro dalle autorità italiane. A sinistra è schierato uno scozzese dei Seaforth Highlanders e un fante di una unità difficilmente identificabile, dalla forma del cap badge potrebbe essere un componente del Royal Army Medical Corps ma è troppo indistinto per poterlo dire con certezza. Attaccato alla vetrina retrostante il manifesto di cui abbiamo parlato in precedenza. Una donna, forse un membro del British Institute, regge la bandiera italiana e un sottotenente italiano della cavalleria regge quella inglese.
​Diamo uno sguardo ai dettagli. 
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Il comandante dell'H.M.S. Hope, Lt Commander Hutchison.
Oltre ai gradi corrispondenti ai paramami possiamo osservare sul
braccio destro i galloni (chevrons) che indicano 4 anni passati in
​servizio oltremare (Overseas service).
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​Marinai col fucile Lee-Metford a spall arm
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Marinaio con al braccio destro il badge da addetto ai siluri.
​Relativo dettaglio e illustrazione da manuale dell'epoca.
Lo stesso è decorato con due medaglie. Probabilmente, da sx a dx,
una Naval General Service Medal e una China War Medal.
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Altri badge presenti in foto.
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Sergente dei Seaforth Highlanders con i galloni (chevrons) indicanti 4 anni di servizio oltremare (overseas service)
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Sottotenente della cavalleria.
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Concludiamo col dettaglio del manifesto che ci ha permesso di datare con precisione le due fotografie.

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