Grande Guerra Photo Archive
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ABSCHNITT ADAMELLO 1915 - 1918. Cronache di guerra dei reparti Austro-Ungarici dalla Presanella alla Val San Valentino

6/3/2019

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​Il 26 ottobre 2018, presso l'Auditorium comunale di Carisolo, l'Ente Parco Naturale Adamello Brenta ha presentato al pubblico la sua ultima pubblicazione dal titolo "Abschnitt Adamello 1915 - 1918. Cronache di guerra dei reparti Austro-Ungarici dalla Presanella alla Val San Valentino". Il corposo volume, scritto da Tommaso Mariotti e Rudy Cozzini, descrive in maniera dettagliata e approfondita i fatti di guerra che si consumarono sui ghiacciai dell'Adamello e della Presanella nei quattro anni in cui imperversò, furiosa, la cosiddetta "Guerra Bianca".
Il volume ci è stato consegnato oggi e ad una prima visione si presenta molto interessante e ben fatto. Abbiamo contribuito alla sua realizzazione fornendo agli autori diverse fotografie dal nostro archivio riguardanti il
Feldjäger Bataillon Nr. 8 impegnato negli stessi luoghi oggetto del volume.
Riportiamo il comunicato stampa emesso dall'Ufficio Stampa della Provincia Autonoma di Trento.


"Una storia che si potrebbe pensare sia già stata scandagliata in ogni minimo dettaglio ma che, in realtà, finora è stata raccontata perlopiù da parte italiana. Grazie allo studio della documentazione originale reperita nell’Österreichisches Staatsarchiv di Vienna dai ricercatori Nicola Fontana e Alessandro Livio, questo corposo volume affronta gli stessi accadimenti, ma da parte austriaca.
Attraverso ordini di battaglia, diari di giornata, mappe, memorie, testimonianze e la bibliografia già esistente, gli autori Tommaso Mariotti e Rudy Cozzini sono riusciti pazientemente a rivisitare i fatti così come sono stati affrontati dall’impero e dalle truppe asburgiche, andando quindi a colmare una conoscenza rimasta fino ad oggi superficiale.
Non solo tattica e strategia, il libro sa far affiorare tristemente tutto il dramma della guerra. Migliaia di combattenti occuparono stabilmente un ambiente al limite delle possibilità di sopravvivenza, conducendo una duplice lotta, da una parte, contro il rivale e, dall’altra, contro condizioni ambientali estreme ed avverse. Delle 50-60.000 vittime che si ebbero sul fronte Ortles – Adamello – Giudicarie, solo un terzo cadde in operazioni belliche, mentre le altre morirono per il freddo, la fame e le malattie. Interessante in tal senso è l’approfondimento contenuto nel libro relativo alle sepolture e ai cimiteri di guerra in Val Rendena, curato da Stefano Morghen.
I testi sono corredati da mappe storiche, rielaborate in 3D grazie agli strumenti informatici, e da un’importante dotazione fotografica proveniente dalle banche dati digitali e da collezioni private, generosamente messe a disposizione dai proprietari.
“E’ un interesse che coltivo da sempre.”. Racconta Rudy Cozzini, assistente ambientale dell’Ufficio tecnico del Parco e promotore del progetto. “Il censimento delle opere campali, a cui ho collaborato come Guardiaparco, mi ha spinto a proporre all’Ente di realizzare un inedito di questo genere. Il grande appoggio è arrivato dal Presidente Joseph Masè e, dopo due anni intensi che hanno fatto sintesi anche di tutti gli sforzi e le ricerche del passato, abbiamo raggiunto questo traguardo, proprio nell’anno in cui si concludono le commemorazioni del Centenario del Primo Conflitto Mondiale.”.
La pubblicazione ha potuto contare anche sul supporto concreto della Comunità delle Giudicarie e della Sovrintendenza dei beni culturali – Ufficio beni archivistici, librari e archivio provinciale della Provincia autonoma di Trento."

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IMMAGINI E STORIE DAL FRONTE DELLE GIUDICARIE, Valle del Chiese 1915 - 1918

18/12/2018

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Altro volume che volentieri segnaliamo. Scritto da Ovidio Pellizzari ed edito dalla Biblioteca Comunale di Borgo Chiese. Anche in questo caso abbiamo contribuito con diverse immagini dal nostro archivio.
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Immagini e storie dal Fronte delle Giudicarie. Valle del Chiese 1915 - 1918

Ovidio Pellizzari
​Presentazione di Claudio Pucci, prefazione di Giorgio Butterini
Biblioteca Comunale di Borgo Chiese


​«La nascita di questo nuovo volume, come è spiegato nell’introduzione, è legata alla volontà di mettere a disposizione di tutti il notevole patrimonio di immagini di cui l’autore si è trovato a disporre dopo la pubblicazione dell’opera precedente. Queste numerose fotografie – oltre 350, in gran parte inedite – sono state pazientemente “ripulite” dai segni del tempo e ci consentono di osservare ad un secolo di distanza scorci e panorami familiari della valle del Chiese, i segni e le distruzioni che il conflitto ha lasciato nei paesi, e soprattutto i volti e le emozioni dei soldati che di quella guerra sono stati – loro malgrado – protagonisti. I testi, concepiti inizialmente come supporto per le immagini, si sono via via arricchiti di documenti e note e sono diventati storie personali, capaci di fare avvicinare anche il lettore di oggi ad una vicenda drammatica che, ad un secolo di distanza, rischia di dimenticare»
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Il volume può essere richiesto presso la Biblioteca Comunale di Borgo Chiese (Condino) al seguente indirizzo mail:

​borgochiese@biblio.infotn.it

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SENTINELLE DEL SILENZIO. Architettura della Grande Guerra nella Valle del Caffaro, in Valle Sabbia e in Alta Val Trompia

18/12/2018

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Segnaliamo volentieri un bel libro scritto da Stefano Molgora con la prefazione di Stefano Aluisini. Ci fa molto piacere aver contribuito alla realizzazione con alcune immagini provenienti dal nostro archivio.
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SENTINELLE DEL SILENZIO   
Architettura della Grande Guerra nella Valle del Caffaro, in Valle Sabbia e in Alta Val Trompia
S
tefano Molgora, prefazione di Stefano Aluisini

La Compagnia della Stampa
Massetti Rodella Editori


​"Il 15 dicembre 2018 presso il Ce.Doc.le dell’Esercito e come sempre grazie alla collaborazione di UNUCI Brescia, è stato presentato il libro realizzato dal Ten. G. (ris.) l’Arch. Stefano Molgora del quale abbiamo scritto volentieri la prefazione. Il volume, adottato da banca Valsabbina quale strenna natalizia per il Centenario della Grande Guerra, consente di vedere lo stato e la storia di varie fortificazioni e dei sistemi di difesa passiva realizzati nelle alti valli bresciane durante il primo conflitto mondiale. Quel settore che se oggi può forse essere riletto come strategicamente marginale, allora, seppure isolato tra gli eventi della nota “Guerra Bianca” in Adamello a occidente e le grandi offensive sugli Altopiani ad oriente del Garda, costrinse a realizzare opere stradali e fortificazioni imponenti, sovente in ambienti estremamente complessi e in condizioni avverse, sotto gli occhi e il tiro dello stesso nemico. Sacrifici enormi ancor oggi testimoniati dalle tante vestigia rimaste a popolare i sentieri delle nostre montagne più alte, sulle cui vette i soldati nemici si confrontavano sempre a distanza, impegnandosi soltanto in sanguinosi scontri di pattuglie o duelli tra le opposte batterie d’artiglieria. Come dentro una sorta di “Deserto dei Tartari”, quasi tutto sviluppatosi in alta quota, lassù dove grazie a tante spettacolari fotografie che sono state oggi scattate da Stefano Molgora, si rivive ancora tutta l’estrema solitudine oltre alla sofferenza di chi allora venne costretto a presidiare per lunghi interminabili inverni quei remoti passi. Il ricordo di un sacrificio silenzioso e dimenticato, consumatosi un secolo fa a pochi chilometri dalle nostre case, del quale questo volume può rendere degli affreschi fotografici di altissimo livello ai quali unire varie fonti iconografiche raccolte dall’Autore con il contributo di altre fonti tra le quali Memoria e Storia, l’Archivio Storico Dal Molin e altre importanti realtà pubbliche e private.
Un richiamo a quel dovere della Memoria, ripercorso e sostenuto sovente solo da pochi volontari e oggi non adeguatamente aiutato da chi dovrebbe istituzionalmente farsi carico di conservare con cura tutto quel patrimonio storico e paesaggistico, frutto dei sacrifici anche sanguinosi delle nostre passate generazioni, uno schiaffo al loro valore consumato senza risparmio tra quelle vette senza alcun premio sperare se non la vittoria che avrebbe consentito ai superstiti di tornare alle loro famiglie e agli abitanti delle valli di rivedere la tranquillità dei pascoli e delle loro malghe. Una denuncia che, con le immagini di prorompente bellezza di un ambiente rimasto incontaminato, e specialmente nell’interminabile crisi economica di oggi, ci rivela nuovi scenari per recuperare, insieme all’opera dell’uomo, prospettive di rinascita futura."

​Fonte: www.memoriaestoria.it
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Il libro sarà a breve acquistabile presso l'editore al seguente link:

​www.lacompagniamassetti.it
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1915 1918, LA GUERRA ALLE PORTE. Militari e civili sulle Dolomiti del Comelico nella Grande Guerra.

21/5/2018

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​Segnaliamo questa nuova uscita per i tipi delle Edizioni DBS. Volume molto interessante, ricco di materiale iconografico, al quale abbiamo contribuito fornendo diverse immagini provenienti dal nostro archivio.
Gli autori Giovanni De Donà, Giuseppe Teza, Francesco Pomarè, presenteranno il volume venerdì 25 maggio alle ore 20.30  presso la Sala della Regola a Campolongo (BL).
Di seguito la scheda dell'opera:


1915-1918, Grande Guerra sulle Dolomiti, in Comelico: ecco cosa significò vivere a ridosso della prima linea. 

La grande guerra non si svolse solo in prima linea; anche le retrovie divennero loro malgrado terra di sofferenza. Non ospitarono scontri diretti né vi si rischiava di morire per i colpi nemici, ma erano “terre al servizio”. Strade, paesi, infrastrutture, per non parlare degli abitanti: tutto e tutti dovevano contribuire alla piena efficienza delle operazioni al fronte. Lo raccontano nel loro nuovo libro “1915-1918 La guerra alle porte” gli autori Giovanni De Donà, Giuseppe Teza, Francesco Pomarè e Paolo Tonon. La loro attenzione si è concentrata sul Comelico (BL), emblematico per la profondità delle trasformazioni indotte dal conflitto sul tessuto sociale e culturale locale.

“I paesi da Padola a Sappada – scrive nella presentazione al libro Giorgio Tosato – si riempirono di migliaia di soldati accantonati in case e tabiè, le strade furono percorse da automobili, motociclette e rumorose trattrici, le piazze occupate  da cannoni e carriaggi. Si realizzarono ardite teleferiche e perfino campi d’atterraggio d’emergenza, per ospitare soldati e operai in diverse località sorsero veri e propri villaggi militari”. Oggi di tutto questo sopravvive quasi nulla, ma per il tempo fu un vero e proprio sradicamento da tradizioni secolari. La popolazione – spiega Tosato – dovette abbandonare ritmi di vita aviti e convivere con limitazioni della libertà personale, coprifuoco, requisizioni, rigide prescrizioni igienico-sanitarie e comportamentali. Il prezzo fu altissimo in termini di disagi, fame e distruzioni. Le testimonianze proposte dagli autori lo fanno ben percepire: foto, documenti, reperti raccontano ancora a cento anni di distanza l’intensità di una quotidianità stravolta e mutilata.
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Il libro è impreziosito da un apparato iconografico ricchissimo: oltre 300 scatti quasi interamente inediti. Per reperirli gli autori hanno esplorato archivi pubblici e privati di tutta Italia, regalando con questo libro al lettore un lavoro unico e straordinario.


G. De Donà G. Teza F. Pomarè P. Tonon, La guerra alle porte, Edizioni DBS, 2018. Ean 9788833680033 € 15. Brossura, 276 pagine, b/n. 

http://www.edizionidbs.it


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LA BATTAGLIA DEI GHIACCIAI, la Grande Guerra tra le nevi perenni.            Marco Cimmino

27/4/2018

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“La battaglia dei ghiacciai. La Grande Guerra tra le nevi perenni”
Marco Cimmino
Mattioli 1885, Archivio Storia.
126 pg, 14,50 Euro


Cento anni fa, la Grande Guerra infuriava nel nordest d’Italia. Orrore, devastazioni, carnai sul Carso e sull’Isonzo. Contemporaneamente, nell’arco alpino dallo Stelvio alla Carnia si consumava la Guerra Bianca, un conflitto d’alta montagna, verticale, rarefatto e non solo per l’aria poco ossigenata alle quote elevate dove si svolgeva. Caratteristiche e situazioni di questa zona particolare del fronte austro-italiano sono del tutto originali e diverse. Lo fa notare Marco Cimmino, che ha sviluppato questi temi con grande ampiezza di vedute e facilità di linguaggio in questo libro.
Marco Cimmino è uno storico militare, specializzato nella prima guerra mondiale. Fa parte del comitato storico scientifico della Regione Lombardia per la conservazione del patrimonio della Grande Guerra, della Società Italiana di Storia Militare e del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. 
Un conflitto rarefatto, si è detto. Lo è stato anche perché i numeri dei combattenti erano necessariamente ridotti, quando non ci si limitava all’azione di manipoli, se non di coppie o di singoli assalitori.
I requisiti degli uomini impegnati? Avere tempra e coraggio, disporre di una valida preparazione alpinistica, mostrare all’occorrenza capacità d’improvvisazione e comunque disporre di attrezzature tecniche efficienti e il più possibile moderne.
Pur dove non potevano agire reparti numerosi, veniva invece esercitato un sforzo logistico importante, per creare le condizioni che potevano consentire a sia pure pochi di restare in quota e combattere. Si trattò di allestire reti imponenti di teleferiche, di assicurare un flusso continuo di rifornimenti, di portare in alto cannoni di medio calibro e alimentarli del necessario munizionamento.
Tutto questo valeva per entrambi gli eserciti. Operarono soprattutto truppe specializzate: alpini e non solo dalla parte italiana, kaiserjàger tirolesi in quella avversa, oltre a landeschutzen e standschutzen, montanari delle zone alpine locali. 
È stata una guerra in altezza, al confronto delle azioni sul fronte carsico-isontino, che si sviluppavano in orizzontale o assaltando medi rilievi, ma quanti sacrifici per strapparli al nemico, da parte dei nostri, sempre all’attacco. E i successi si contavano in chilometri di penetrazione nelle linee, spesso solo qualche centinaio di metri. In montagna, invece, non si misuravano in distanze ma in dislivelli, in metri di quota conquistati. Non c’erano lunghe trincee o sistemi di linee, solo cengie, speroni, piccoli spazi piani su cui stabilizzarsi, in una lenta erosione del dispositivo difensivo avversario. E si parla di postazioni tenute e munite a non meno di 2500 metri di quota, che diventavano 3500 nella zona dell’Adamello fino a sfiorare i 4000 dell’Ortles-Cevedale. 
Si possono immaginare le difficoltà di permanenza, di sopravvivenza (nemico fu soprattutto il gelo, causa di morte principale le valanghe), di condotta bellica in un paesaggio maestoso, caratterizzato da una bellezza della natura che toglieva il fiato ai combattenti, quanto l’altitudine e il freddo, in quelle lande subartiche.
Che

“contrasto tra la solennità e il senso di pace e di purezza originato dal paesaggio e il sentimento della guerra, della morte e della distruzione”

osserva Marco Cimmino.
Sovrastato sotto ogni aspetto (risorse, attenzione, impianti, personale) da quello isontino, che andava dalla Carnia a Monfalcone, il resto del fronte, montano, era considerato secondario. Al saliente trentino, in particolare, si attribuiva un ruolo di contenimento, vi si svolsero offensive limitate, se si eccettuano la spallata tentata dagli austriaci con la Strafexpedition nel 1916 e la folle risposta italiana sull’Ortigara, nel 1917. 
Sicché, finanche secondari di un fronte secondario erano considerati dal comando della I Armata i sottosettori Valtellina e Valcamonica, oggetto di questo lavoro. Inadatti ad azioni che potessero condurre ad un risultato considerevole. Zone di pura frizione. La maggior parte del fronte valtellinese e camuno si sviluppava infatti in un territorio elevatissimo, glaciale, in molte parti abitato da nevi perenni e ovunque caratterizzato da condizioni atmosferiche estreme. 
Fu guerra tra belligeranti che non si odiavano. L’affinità di sentimenti, per origini, carattere, cultura e tradizioni, rendeva naturale il rispetto tra soldati che riconoscevano negli avversari una natura simile alla propria.
Marco Cimmino riesce a rendere con efficacia i temi unici e originali posti dalla guerra sui ghiacciai. La lettura è tutt’altro che ardua, grazie a una prosa che si sforza di restare più umana che tecnica, per rendere al meglio le condizioni in cui tanti uomini si trovarono ad operare, in quegli scenari da documentario artico.
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Le Medaglie Reggimentali della Grande Guerra. Vol 1, Le Brigate di Fanteria

29/5/2017

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Con piacere segnaliamo questo interessantissimo libro. 
Primo volume di una lunga serie, tratta in modo esaustivo e per la prima volta le medaglie commemorative delle Brigate di Fanteria del Regio Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale.
Ricco di dati e fotografie si pone come testo basilare per gli appassionati e collezionisti.
L'autore, Paolo Policchi, già noto per il suo libro "Canto Barbaro", affronta con rigore e competenza questo interessantissimo tema. Libro che consigliamo vivamente.

Per l'acquisto seguire il link sottostante:
medagliereggimentaliww1.blogspot.it/

E' disponibile il primo volume sulle Medaglie Reggimentali della Grande Guerra, dedicato alle Brigate di Fanteria.
Sono riportate le schede di circa 600 varianti, recanti le descrizioni e le immagini di ogni esemplare.
Lo trovate in alcuni store online (Hoepli, Rizzoli, StreetLib, GooglePlay).
e digitale è consigliata: si può tenere nello smartphone o nel Tablet. 


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LUNGO LA LINEA DEL FRONTE

28/4/2017

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Segnaliamo volentieri la prossima uscita dell'ultima fatica di Giovanni De Donà e Giuseppe Teza per i tipi di Edizioni DBS.
Un volume molto interessante che abbiamo contribuito ad arricchire  con diverse immagini provenienti dal nostro archivio.
​Buona lettura

Sabato 6 maggio, alle ore 18 a Calalzo presso la sede dell’Unione Montana Centro Cadore (palazzo Fiori-Fanton), sarà presentato il libro  "Lungo la linea del fronte – militari e civili sulle Dolomiti nella Grande Guerra" (Ed. DBS di Rasai di Seren del Grappa), curato da Giovanni De Donà e Giuseppe Teza. Un volume di 270 pagine con più di 300 immagini, per lo più inedite, volto alla riscoperta dell’articolata e complessa retrovia della IV Armata in Cadore nel primo conflitto mondiale con capitoli dedicati ai servizi logistici, la ferrovia, le teleferiche, gli ospedali, i forti corazzati, i campi d’aviazione, i mezzi meccanici e i punti d’appoggio. 


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LA BATTAGLIA DEI GHIACCIAI

7/4/2017

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Segnalo con piacere l'uscita di questo bel libro per i tipi di Mattioli 1885.
Scritto dall'amico  Marco Cimmino, impagabile  compagno di naja nel 5° Alpini nel lontano 1982/83,  tratta  di una guerra completamente diversa da qualunque altro conflitto precedente. Dall'Ortles all'Adamello, una storia di soldati, equipaggiamenti, addestramento ed atti di valore, ma anche di umanità e di montagna, in una natura terribile e meravigliosa assieme.
160 pagine coinvolgenti e circa trenta fotografie inedite..
Buona lettura.

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- Geografia ed orografia della Guerra
- Le ragioni di una battaglia impossibile
- Tattica e strategia in alta montagna
- I reparti e le principali azioni
- Gli uomini e la leggenda


Nel comprensorio glaciale dei grandi massicci delle Alpi centrali, si è combattuta una guerra caratterizzata da difficoltà tecniche ed alpinistiche eccezionali e con problemi logistici apparentemente insormontabili: eppure, per tre anni, truppe da montagna italiane ed austroungariche si sono fronteggiate, in un ambiente in cui, fino ad allora, nessuno avrebbe mai pensato di poter combattere o anche solo di sopravvivere.
La battaglia dei ghiacciai è un libro che si prefigge due diversi obbiettivi:
il primo è quello di definire le caratteristiche che contraddistinsero, nei diversi settori del fronte lombardo/tirolese la cosiddetta “guerra bianca”, indicandone la varietà di declinazioni, contro l’opposta tendenza di certa storiografia, tesa ad operare una sorta di reductio ad unum. Il secondo, più ambizioso, è quello di cercare di descrivere, con linguaggio piano e senza eccessivi tecnicismi, ma con un rigoroso rispetto dei fatti e dei fenomeni, la variegazione del fronte glaciale con le sue peculiarità geografiche, tecniche, umane.
Insomma, un tentativo di trasmettere al lettore, a cento anni dalle grandi battaglie adamelline, tanto la complessità e la varietà di quello scampolo di Grande Guerra che si combattè nelle desolate lande subartiche dei 3.000 metri, quanto la specificità di un ambiente e di una generazione di combattenti d’alta quota, con le loro qualità, il loro equipaggiamento, la loro tattica e strategia e, soprattutto, il loro non comune valore.

Formato 16 x 24 in brossura
160 pagine
Prezzo 16 Euro

Marco Cimmino,
​storico militare, specializzato nello studio della prima 
guerra mondiale. Membro del comitato scientifico di éStoria, di Storia Verità e della Regione Lombardia per la conservazione del patrimonio della Grande Guerra, fa parte della Società Italiana di Storia Militare e del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Tra le sue pubblicazioni più recenti, La conquista del Sabotino (LEG, finalista al Premio Acqui Storia 2013), La conquista dell’Adamello (LEG, 2014), Il flauto rovescio (Bietti, 2014), Guerra Bianca (Espresso-Repubblica, 2015), Breve storia della prima guerra mondiale, vol. 1 (Gaspari, 2016).


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AN ALLEN FRONTEN - SU TUTTI I FRONTI

7/4/2017

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Altro interessantissimo libro che ci fa molto piacere segnalare.
Scritto da tre noti appassionati, prende in esame gli oggetti personali dei soldati austroungarici rinvenuti su campi di battaglia cent'anni dopo gli eventi della Prima Guerra Mondiale.  Un libro innovativo sia per la veste grafica che per il fatto di analizzare per primo i distintivi da scavo sotto il profilo artistico piuttosto che quello tecnico. Il volume si propone al lettore come una sorta di enciclopedia e non come un catalogo. Nella seconda parte vengono inoltre analizzati anche oggetti di uso comune dei militari imperiali, accendini, pipe, anelli trench art, materiale sanitario e molto altro ancora.
Ricchissimo di documentazione storico fotografica consta di 276 pagine e ben 1400 fotografie.
Costo 27 Euro.

Per l'acquisto  e aggiornamenti sulle date di presentazione del volume esiste un'apposita pagina Facebook a cui potrete accedere cliccano sul link sottostante:

​AN ALLEN FRONTEN - SU TUTTI I FRONTI Pagina Facebook

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Buona Lettura



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Il Cannone da 203/45 A 1897 di Cason de la Crosèra in Val d'Ansei

18/3/2017

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Dal libro:
Tra fronte e retrovie.  All'ombra delle Tre Cime.  I servizi logistici nella Grande Guerra.
Walter Musizza, Giovanni De Donà, Giuseppe Teza
Edizioni DBS, 2014
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“Allo scoppio del conflitto, come ben noto, molti pezzi di artiglieria di grosso calibro della difesa costiera furono destinati ai parchi d'assedio dei vari Corpi d'Armata.
Così a partire dal mese di giugno 1915 anche al IV C. d' A. operante in Cadore furono inviati numerosi obici e mortai, "artiglierie ultrapotenti", per battere le opere permanenti austriache. In particolare nell'alta Val d'Ansei, nella zona di Misurina e Tre Croci, furono posizionati dunque alcuni obici da 305/17, da 280 A e da 210 G, ma il più famoso è senz'altro il cannone piazzato a Cason de la Crosèra, le cui immagini fecero davvero il giro del mondo, comparendo su diversi giornali e riviste dell'epoca (ad es. "The National Geographic Magazine", voi. XXXII, n.l, luglio 1917). In prossimità del villaggio militare fu infatti posizionato un grande cannone da 203/45 A 1897 su affusto a ruote De Stefano. Il calibro era di 203 mm, la canna aveva una lunghezza di 45 calibri, la bocca da fuoco pesava kg 21.000, il peso to­tale "in batteria", comprensiva cioè di bocca da fuoco e affusto, era di Kg 42.810. Il pezzo poteva sparare ad una distanza minima di 3.400 metri e massima di 14.200 metri una granata semi-perforante in acciaio del peso di kg 114,600, caricata con kg 6,050 di trotyl, con spoletta posteriore a percussione F.K.S. 1909. Oppure, in alternativa, una granata perforante in acciaio del peso di kg 115.895, caricata con kg 4,590 di trotyl, spoletta posteriore a percussione F.K.S. 1915', o ancora una granata in acciaio del peso di kg 116,230, caricata con kg 6,625 di trotyl, spoletta posteriore a percussione F.K.S. 911 o F.K.2S.911. i II cannone arrivò a Calalzo, via ferrovia, nel giugno del 1915 e, messo su speciali carrelli muniti di cingoli "Buonagente", giunse in Val d'Ansei trainato dalle au­totrattrici del IV Parco di Tornede.
La piazzola per ospitarlo fu ricavata di fronte al villaggio militare di Cason de la Crosèra, presso il ponte che scavalca il Rio di Val Marzon. Una cinquantina di metri più indietro, sulla destra della strada, furono realizzati il piano di scarico, i depositi per le granate e le polveri, in casematte a prova di bomba, nonché una baracca per gli artiglieri. I resti di queste installazioni sono, almeno in parte, ancora oggi visibili.
Il 5 luglio il pezzo iniziò i primi tiri di aggiustamento contro le posizioni austria­che del M. Piana e del Rautkofel.”

​Nel nostro archivio son presenti  cinque fotografie che documentano l'arrivo e il piazzamento del 203/45 A.
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Villaggio militare di Val Marzon, giugno 1915. Si cala la bocca da fuoco sull'affusto De Stefano dotato di cingoli Buonagente.
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Villaggio militare di Val Marzon, giugno 1915. La bocca da fuoco posizionata sull'affusto De Stefano.
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Giugno 1915. Il traino del 203 verso Cason de la Crosèra.
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Cason de la Crosèra, giugno 1915. Il 203, trainato da due trattrici Pavesi-Tolotti, nei pressi della piazzola. I cingoli Buonagente verranno rimossi e il pezzo posizionato sulle apposite rotaie.
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